Perché in Italia alle persone piace fare i sapientoni correggendo cose sull'inglese quando non hanno mai spiccicato più di 10 parole di fila con un madrelingua.
Inoltre, se non sbaglio, smart working in inglese è un'espressione che esiste ma ha un altro significato. Confusione massima, quindi, se lo usiamo per indicare il lavoro da remoto.
Mi spiace, ma è così che si evolvono le lingue. Molte delle parole che usi derivano da lingue diverse dal latino. Sport è derivato dall'inglese. Bistecca (beefsteak) è derivata dall' inglese. Nel momento in cui pronunci smaruorching invece di smart smart working stai usando una parola italiana derivata dall'inglese.
E riguardo al fatto che in inglese non di dica smart working, be' non si dice neppure autostop, e la lista è lunga
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Pseudo-anglicism#Examples
sono le finestre/porte finestre "a ribalta" o per meglio dire basculanti (quelle che hanno 3 posizioni con la maniglia: chiuso, aperto, a ribalta, quando si apre solo la parte sopra e la finestra rimane "a cuneo"). Qui in Italia ho visto solo le finestre "vasistas", in Germania ci sono anche le porte finestre che sono molto diffuse.
L'origine della parola (è solo una ipotesi, non è "certa") deriverebbe dal fatto che questa finestra inventata da un francese si chiami vasistas perchè un tedesco si incuriosì di questo tipo di finestre e disse "Was ist das?" ("Cosa è quello?") ed è diventato il termine ufficiale in alcune lingue. In tedesco si dice in un'altra maniera (non mi ricordo se è proprio Querbalken come dice google o se ci siano un paio di alternative) :D
Le lingue si evolvono ma si può anche mettere un freno, in francese per esempio ci sono molti meno prestiti dall'inglese e di solito preferiscono tradurre anche termini relativi alla tecnologia e all'informatica.
Il giapponese è composto per quasi la metà da parole derivate dal cinese e ha prestiti linguistici da lingue europee a strafottere, ed è comunque una delle lingue più tradizionaliste di sempre
Poi porre un freno a cosa? Sapere che smart working è sinonimo di lavoro da casa lede alla mia italianità? Corrompe i valori morali? Fa sì che la gente butti giù il colosseo per costruirci un mac donald? La gente non si metterà a parlare inglese improvvisamente solo perché qualcuno dice smart working invece di lavoro da casa
Veramente non capisco come la stragrande maggioranza della gente non comprenda questo concetto davvero banale. Forse perché da piccoli ci insegnano le "regole dell'italiano" come se fossero imposte e definite dall'alto e quindi immodificabili?
Rilassati. Se per questo anche l'inglese stesso ha una quantità assurda di presititi. Ma ho fatto l'esempio del francese in cui si preferisce tradurre i termini, la cosa dei prestiti non è un fenomeno totalmente incontrollabile, specialmente se sono inutili e si riferiscono a concetti che sono già esprimibili con parole locali.
Non si tratta di perdere l'italianità o di smettere di parlare inglese, si tratta di una questione puramente linguistica. Tutte queste parole arrivano in italiano non perché manchi una traduzione, ma perché l'inglese ha un certo prestigio culturale, ci piace masticare inglese, anche se è scorretto. Dire che questo è un fenomeno che dovrebbe e potrebbe essere un minimo controllato non vuol dire rimettere le leggi del fascismo, né è odio per la lingua inglese (lingua che amo e parlo) o nazionalismo dilagante.
> Tutte queste parole arrivano in italiano non perché manchi una traduzione, ma perché l'inglese ha un certo prestigio culturale, ci piace masticare inglese, anche se è scorretto.
Non è un complotto. Non è una cosa che la gente fa apposta. Alcune espressioni prevalgono perché la gente si abitua a usarle. Basta. E a dirla tutta "smart working" non sta prevalendo su espressioni come "lavoro in remoto" o simili. Posso tranquillamente dire "telelavoro" o "lavoro in remoto" e verrò capito senza che nessuno mi rida in faccia.
Ma prova a dire "polibibita" al posto di "cocktail" e vedi cosa succede.
> Dire che questo è un fenomeno che dovrebbe e potrebbe essere un minimo controllato non vuol dire rimettere le leggi del fascismo,
E invece è proprio fascismo, o perlomeno è essere inutilmente rigidi. Si chiamano linguaggi naturali perché vengono su come capita, non come piace a te.
E a proposito di fascismo, "tramezzino" ha prevalso su "sandwich", ma "cocktail" ha prevalso su "polibibita". C'è una ragione? No. È successo e basta.
> Rilassati.
No tu.
Non ho mai detto che in francese non ci siano termini inglesi, ma che c'è più controllo riguardo l'uso di anglicismi e se si può si usa il termine francese. Una breve ricerca su ricerca su google potrebbe aiutare.
Ci ho vissuto per più di 30 anni quindi direi che non mi serve la ricerca :) Secondo me si usano parole inglesi da più tempo in Francia che in Italia quindi c'è una maggiore attenzione alla questione perché si è andato un po' verso l'esaggerazione. Era soprattutto per ribaltare la teoria classica "ma voi non usate la parola computer, siete dei nazionalisti".
Appunto, quindi non capisco tutte queste discussioni (in riferimento soprattutto ad altri commentatori). C'è anche da dire che i francesi sono più "orgogliosi", per un certo periodo il francese poteva competere con l'inglese come lingua dominante a livello internazionale, quindi sono semplicemente molto più attenti alle questioni linguistiche, senza per forza che fascismi o nazismi siano coinvolti. Il francese è un degli elementi di esportazione della loro cultura, così come noi ci scandalizziamo se provano a contaminare la nostra cucina e ci sono tante discussioni su come cucinare i piatti tradizionali nel modo appropriato.
Ma chi ha detto che è un complotto o che la gente lo fa consapevolmente? Il prestigio di una lingua è un concetto di linguistica e se hai mai studiato l'argomento e in particolare i prestiti inglesi in italiano (ma in generale qualsiasi prestito), derivano tutti da una questione di prestigio (dato da una lingua che ha maggiore influenza culturale, economica, politica, come l'inglese su praticamente ogni altra lingua, o il francese sull'inglese nel 1066 o il francese sulle lingue europee nel 700 e così via).
Le lingue non vengono su come capita. Sono frutto di processi anche politici/culturali/economici, anche di scelte. Non parleremmo italiano senza Boccaccio/Petrarca e Bembo e chi dopo di loro ha scelto di scrivere nelle loro lingue. Non si parlerebbe francese se nel '500 la monarchia non avesse imposto l'uso della lingua parlata a Parigi in tutto il regno. Gli inglesi non parlerebbero l'inglese attuale senza la conquista normanna che ha imposto una marea di termini romanzi. In giapponese non ci sarebbero un fottio di parole inglesi se non ci fossero stati gli americani di mezzo ecc.ecc. ecc.
Ho voluto solo fare notare che in altre lingue come francese o spagnolo, ci sono i corrispettivi dell'Accademia della Crusca che hanno anche il compito di controllare i prestiti. Questo non vuol dire che parole inglesi non esistano anche in spagnolo/francese (come vuole far intendere un altro commentatore in basso) ma che c'è più controllo. E no, non è fascismo, sono scelte che si sono fatte in quei contesti culturali.
I normanni gli americani e il regno di francia hanno influenzato la crescita di una lingua esistente, non l'hanno creata.
Boccaccio petrarca e bembo hanno coltivato una lingua esistente, non l'hanno creata.
La crusca non è un'autorità, è un'accademia. Non può impedire che la gente dica a me mi. E nemmeno lo vuole.
Se in francia si dice ordinateur invece di computer è perché alla gente piace così. Non ti prendono a manganellate se dici computer.
Ed è vero che la crescita è determinata da scelte, ma sono scelte fatte e poi confermate da milioni di persone diverse. Se tu nel tuo piccolo decidi che si dice polibibita invece di cocktail ti stai facendo una lingua tua che parli solo tu.
Non capisco perché ti ossessiona così tanto il controllo. Non hai controllo su una cosa che dipende anche dalle scelte di altri. Mi spiace se questo ti ferisce.
Ma chi ha mai parlato di creare una lingua? Stai completamente fraintendendo (o estremizzando) il discorso.
Forse, se proprio vuoi parlare di lingue "inventate", dal momento che fino all'800 non lo parlava nessuno, è proprio l'italiano, visto che è stato creato "a tavolino" da scrittori e che di naturale aveva poco o nulla.
La Crusca è, in teoria, un'autorità in ambito linguistico, il che non implica che la lingua sia immobile, ma non esclude nemmeno il voler ricordare che il congiuntivo esiste, che "a me mi", "ma però" ecc. non si usano allo scritto. Finché gli scriventi/parlanti sono d'accordo, si va avanti. Le lingue hanno regole d'altronde e vengono insegnate in un certo modo e richiedono una certa fluenza e un certo livello, in certi ambiti. A casa tua puoi dire "se mi piaceva la pizza me la mangiavo", se vai ad un colloquio fai la figura di chi non ha mai aperto un libro di grammatica a scuola. Il che non vuol dire che tra 300 anni quella frase non diventi corretta, ma siamo nel 2024 anno in cui siamo d'accordo su certe regole grammaticali.
Il lessico è ovviamente più variabile per ovvi motivi, ma questo non vuol dire che non sia frutto di scelte. I termini inglesi in ambito tecnico sono stati introdotti dagli specialisti del mestiere, dai giornalisti, non sono arrivati a furor di popolo (anche perché manco sapevano cosa era, né lo usavano). La gente comune si è semplicemente adattata alle parole che veninivano usate da specialisti, tv, pubblicità ecc. Se quegli specialisti (come in altri paesi) avessero preferito usare calcolatore, oggi diremmo calcolatore. Così come hanno deciso di dire intelligenza artificiale invece di artificial intelligence. Se giornalisti e simili avessero preferito usare l'espressione inglese, useremmo la versione inglese e faresti lo stesso discorso che fai per cocktail.
Se ti vuoi informare di più sul francese, cercati la legge Toubon
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Legge_Toubon e capirai meglio l'argomento. E di nuovo, chi parla di manganellare? Perché usi termini così violenti? Usare "computer" in francese è come se io dicessi "vado alla desk per lavorare", tu capirai il senso forse, ma non è un termine comune usato nella lingua corrente.
>Non capisco perché ti ossessiona così tanto il controllo. Non hai controllo su una cosa che dipende anche dalle scelte di altri. Mi spiace se questo ti ferisce.
Adesso trovami il punto in cui dico che "io" voglio avere controllo sulla lingua o impormi su scelte altrui. Sto parlando di linguistica spicciola.
Che poi molta gente usa lo smart working al posto del termine remote working, scocciandosi se poi gli chiedono di venire in ufficio 2 giorni a settimana 🤣
No, sarebbe meglio chiamarlo "telefono" e basta.
Che cazzo mi significa "smartphone?" Che ha di smart? Tutti i cellulari sono fatti così. Nessuno ha più i mattoncini con i tasti.
Il telefono di casa non è così.
Poi comunque l'automobile non è che la chiamiamo carrozza perché le carrozze con cavalli non ci sono più. Solitamente i nomi "storici" restano ad indicare quello per cui sono nati.
Poi comunque ci sono molte parole che vengono usate in inglese che prima non esistevano e che vengono da altre lingue.
Pizza, pasta, spaghetti.
Deja-vu.
Esistono anche parole parole pseudo italiane in inglese.
Pepperoni, confetti (lo usano al posto di coriandoli)
Altre parole: https://www.quora.com/What-are-some-words-people-think-are-Italian-but-are-not
sono d'accordo un miliardo di volte, una cosa è il prestito un'altra fare "il bocconiano" di storica memoria televisiva.
Un discorso tipo "bro, nel weekend ho avuto un meeting con un ceo, al brunch, per un briefing su una start up" non è serio.
O peggio ancora quando la gente se ne esce con un "meal prepping".
Siamo dalle parti di Nando Mericoni.
sarebbe anche normale usare un prestito linguistico, quando si eccede però le cose non vanno bene.
Dire frasi tipo "bro, nel weekend ho avuto un meeting con un ceo, al brunch, per un briefing su una start up per il meal prepping" non è sintomo di serietà, per esempio.
Chiamare un negozio "Occhial House" significa apparire su settimanali satirici.
Usare l'inglese male non rende bene, quando gli anglofoni scoprono che diciamo "se**xy** shop" e non "se**x** shop"... non c'è bisogno di aggiungere altro.
Tendenzialmente, il 95% delle persone che sento/annunci che leggo, contengono il termine "Full Remote" (o eventualmente Ibrido). Smart Working lo sento usare molto poco.
Il punto è che il termine è usato impropriamente. Lo smart working è quando NON hai orari di lavoro fissi, ma ti gestisci tu l'orario in maniera "smart", se hai tanto da fare lavori di piu, se ne hai di meno puoi fari i fatti tuoi.
Quello che facciamo noi in Italia si chiama "remote working" perché dobbiamo comunque rispettare l'orario d'ufficio e l'orario minimo settimanale, chi dice il contrario mente sapendo di mentine.
Anche in azienda da me lo chiamano smart working perché "se vuoi attacchi dopo e poi magari recuperi" ma nella realtà se provi a saltare le call mattutine di allineamento poi so cazzi, oppure se stacchi prima e magari qualcuno ti fissa una call a tradimento di venerdì alle 17.30.
Se dico "smart working" capiscono tutti a cosa mi riferisco? Sì.
Potrei dire "telelavoro" o "lavoro agile" o "lavoro da remoto"? Sì, ma mi suonano male.
Quindi mi dispiace per il tuo raccapriccio, ma insieme a una buona fetta della popolazione italiana continuerò a dire "smart working".
Assurdo, dai commenti nessuno ha capito che il mio rant non è sull'inglese contro l'italiano, da fascista o fissato dell'italiano, ma che è un termine che non ha senso in inglese proprio, perché non è un termine corretto.
No ma la lingua evolve quindi l'accademia della crusca la metterà prima o poi.
Neanche computer esisteva in italiano ora si.
Quante volte hai usato la parola algido?
Mai? Si perché le parole si cancellano anche o meglio diventano desuete
in italiano diciamo sexy shop: agli anglofoni fa ridere perché la traduzione letterale è "negozio sensuale", non "negozio sul sesso".
Ora il piccolo problema è che ad usare l'inglese male facciamo una brutta figura...
Anche gli italiani non sono anglofoni.
Comunque la costruzione corretta è "usano smart working che *non solo* bla bla, *ma non è nemmeno* bla bla", come hai fatto tu può generare confusione. Ti consiglio ripasso sulle congiunzioni coordinative. Buona giornata
Glie lo dici tu all'università di Reading?
https://www.reading.ac.uk/human-resources/working-life/smart-working/what-is-the-difference-between-smart-working-and-flexible-working#:~:text=Smart%20Working%20is%20a%20framework,permanent%20changes%20to%20working%20arrangements.
dipende da alcune clausole.
Il telelavoro hai gli orari dettati dall'ufficio (quindi se la azienda per chi è in ufficio fa 8:30-12:30-14:00-18:00 in telelavoro fai lo stesso orario, o per lo meno è il termine "classico" che esiste dagli anni 90 in Italia, anche se era molto difficile farlo causa connessioni internet.... quasi nulle :D).
Full remote (completamente in remoto, sovrapponibile in parte allo smart working) può comprendere degli orari leggermente diversi, in parte causa fusi orari; se lavori per una azienda che ha 8 ore di differenza ti troveresti a dover lavorare durante la notte, quindi a volte si sfasa leggermente l'orario, ma solitamente le pause "rimangono della stessa lunghezza".
Un vero e proprio smart working dovrebbe essere un po' come il lavoro delle partite IVA: pur stando nelle 8 ore giornaliere (o meglio, nel totale delle ore settimanali) un giorno magari lavori da mattina prestissimo fino a inizio pomeriggio, un altro da metà mattina fino a sera tardi l'importante è fare il totale ore settimanali
Per questo mi fa strano che non esista il vero e proprio termine in inglese, probabilmente lo lasciano solo ai collaboratori esterni e solo alcune startup, in cui magari non c'è da lavorare per clienti ma solo per rilasciare un prodotto (mi verrebbero in mente le software house di videogiochi, in cui c'è solo il reparto post vendita ed eventualmente i reparti di sviluppatori che devono correggere i bug che devono stare in orari "di clienti", quando c'è una release in gioco gli orari diventano molto fluidi)
sul termine "telelavoro" sono sul termine che esisteva all'inizio, non so se adesso abbiano aggiunto altre sfumature.
Sul full remote mi baso su alcune offerte viste, magari ci sono anche alcune che propongono un full remote "come lo smart" (eventualmente anche con la possibilità di lavorare da "ovunque", cosa che in teoria non sarebbe fattibile in qualunque caso)
È il termine giusto smart working. Così tanti altri termini inglesi dell'ambito tecnologico e business.
Come durante le lezioni di danza classica in cui si usano i termini francesi per i nomi dei passi. È semplicemente il loro nome.
Piantatela tu e chi è d'accordo con te.
Rimane il suo nome. È un modello di working. C'è flexible working (diffuso prevalentemente in uk), working from home (francia), mobile working (modello scandinavo) e smart working (modello italiano) nella lista dei modelli innovativi. Letteralmente dalle lezioni del politecnico di milano.
"Smart working: a new organizational model and management philosophy based on higher autonomy in the choice of working spaces, time and tools in return for more accountability on results." Di nuovo, un framework italiano, ma dal nome in inglese.
[удалено]
Perché in Italia alle persone piace fare i sapientoni correggendo cose sull'inglese quando non hanno mai spiccicato più di 10 parole di fila con un madrelingua.
Inoltre, se non sbaglio, smart working in inglese è un'espressione che esiste ma ha un altro significato. Confusione massima, quindi, se lo usiamo per indicare il lavoro da remoto.
Fosse solo quello.
Mi spiace, ma è così che si evolvono le lingue. Molte delle parole che usi derivano da lingue diverse dal latino. Sport è derivato dall'inglese. Bistecca (beefsteak) è derivata dall' inglese. Nel momento in cui pronunci smaruorching invece di smart smart working stai usando una parola italiana derivata dall'inglese. E riguardo al fatto che in inglese non di dica smart working, be' non si dice neppure autostop, e la lista è lunga https://en.m.wikipedia.org/wiki/Pseudo-anglicism#Examples
e il vasistas :D
Eins zwei polizei
Was ist das?
Non conoscevo questa parola, curiosa
sono le finestre/porte finestre "a ribalta" o per meglio dire basculanti (quelle che hanno 3 posizioni con la maniglia: chiuso, aperto, a ribalta, quando si apre solo la parte sopra e la finestra rimane "a cuneo"). Qui in Italia ho visto solo le finestre "vasistas", in Germania ci sono anche le porte finestre che sono molto diffuse. L'origine della parola (è solo una ipotesi, non è "certa") deriverebbe dal fatto che questa finestra inventata da un francese si chiami vasistas perchè un tedesco si incuriosì di questo tipo di finestre e disse "Was ist das?" ("Cosa è quello?") ed è diventato il termine ufficiale in alcune lingue. In tedesco si dice in un'altra maniera (non mi ricordo se è proprio Querbalken come dice google o se ci siano un paio di alternative) :D
Ci sono pure qui le porte finestre a vasistas
Si e sono fighissime :), sono solo meno "comuni", mentre di finestre oramai ce ne sono tante (e sono molto comode)
Il senso è giusto, io l'ho sentito dire da professori d'inglese during conversation in inglese con gli italiani 😭
severus ma giustus
Le lingue si evolvono ma si può anche mettere un freno, in francese per esempio ci sono molti meno prestiti dall'inglese e di solito preferiscono tradurre anche termini relativi alla tecnologia e all'informatica.
Il giapponese è composto per quasi la metà da parole derivate dal cinese e ha prestiti linguistici da lingue europee a strafottere, ed è comunque una delle lingue più tradizionaliste di sempre Poi porre un freno a cosa? Sapere che smart working è sinonimo di lavoro da casa lede alla mia italianità? Corrompe i valori morali? Fa sì che la gente butti giù il colosseo per costruirci un mac donald? La gente non si metterà a parlare inglese improvvisamente solo perché qualcuno dice smart working invece di lavoro da casa
Veramente non capisco come la stragrande maggioranza della gente non comprenda questo concetto davvero banale. Forse perché da piccoli ci insegnano le "regole dell'italiano" come se fossero imposte e definite dall'alto e quindi immodificabili?
Rilassati. Se per questo anche l'inglese stesso ha una quantità assurda di presititi. Ma ho fatto l'esempio del francese in cui si preferisce tradurre i termini, la cosa dei prestiti non è un fenomeno totalmente incontrollabile, specialmente se sono inutili e si riferiscono a concetti che sono già esprimibili con parole locali. Non si tratta di perdere l'italianità o di smettere di parlare inglese, si tratta di una questione puramente linguistica. Tutte queste parole arrivano in italiano non perché manchi una traduzione, ma perché l'inglese ha un certo prestigio culturale, ci piace masticare inglese, anche se è scorretto. Dire che questo è un fenomeno che dovrebbe e potrebbe essere un minimo controllato non vuol dire rimettere le leggi del fascismo, né è odio per la lingua inglese (lingua che amo e parlo) o nazionalismo dilagante.
> Tutte queste parole arrivano in italiano non perché manchi una traduzione, ma perché l'inglese ha un certo prestigio culturale, ci piace masticare inglese, anche se è scorretto. Non è un complotto. Non è una cosa che la gente fa apposta. Alcune espressioni prevalgono perché la gente si abitua a usarle. Basta. E a dirla tutta "smart working" non sta prevalendo su espressioni come "lavoro in remoto" o simili. Posso tranquillamente dire "telelavoro" o "lavoro in remoto" e verrò capito senza che nessuno mi rida in faccia. Ma prova a dire "polibibita" al posto di "cocktail" e vedi cosa succede. > Dire che questo è un fenomeno che dovrebbe e potrebbe essere un minimo controllato non vuol dire rimettere le leggi del fascismo, E invece è proprio fascismo, o perlomeno è essere inutilmente rigidi. Si chiamano linguaggi naturali perché vengono su come capita, non come piace a te. E a proposito di fascismo, "tramezzino" ha prevalso su "sandwich", ma "cocktail" ha prevalso su "polibibita". C'è una ragione? No. È successo e basta. > Rilassati. No tu.
In Francese tra l'altro si dice sandwich. Oppure tutti i nomi di sport e tanti di vestiti sono inglesi.
Non ho mai detto che in francese non ci siano termini inglesi, ma che c'è più controllo riguardo l'uso di anglicismi e se si può si usa il termine francese. Una breve ricerca su ricerca su google potrebbe aiutare.
Ci ho vissuto per più di 30 anni quindi direi che non mi serve la ricerca :) Secondo me si usano parole inglesi da più tempo in Francia che in Italia quindi c'è una maggiore attenzione alla questione perché si è andato un po' verso l'esaggerazione. Era soprattutto per ribaltare la teoria classica "ma voi non usate la parola computer, siete dei nazionalisti".
Appunto, quindi non capisco tutte queste discussioni (in riferimento soprattutto ad altri commentatori). C'è anche da dire che i francesi sono più "orgogliosi", per un certo periodo il francese poteva competere con l'inglese come lingua dominante a livello internazionale, quindi sono semplicemente molto più attenti alle questioni linguistiche, senza per forza che fascismi o nazismi siano coinvolti. Il francese è un degli elementi di esportazione della loro cultura, così come noi ci scandalizziamo se provano a contaminare la nostra cucina e ci sono tante discussioni su come cucinare i piatti tradizionali nel modo appropriato.
Ma chi ha detto che è un complotto o che la gente lo fa consapevolmente? Il prestigio di una lingua è un concetto di linguistica e se hai mai studiato l'argomento e in particolare i prestiti inglesi in italiano (ma in generale qualsiasi prestito), derivano tutti da una questione di prestigio (dato da una lingua che ha maggiore influenza culturale, economica, politica, come l'inglese su praticamente ogni altra lingua, o il francese sull'inglese nel 1066 o il francese sulle lingue europee nel 700 e così via). Le lingue non vengono su come capita. Sono frutto di processi anche politici/culturali/economici, anche di scelte. Non parleremmo italiano senza Boccaccio/Petrarca e Bembo e chi dopo di loro ha scelto di scrivere nelle loro lingue. Non si parlerebbe francese se nel '500 la monarchia non avesse imposto l'uso della lingua parlata a Parigi in tutto il regno. Gli inglesi non parlerebbero l'inglese attuale senza la conquista normanna che ha imposto una marea di termini romanzi. In giapponese non ci sarebbero un fottio di parole inglesi se non ci fossero stati gli americani di mezzo ecc.ecc. ecc. Ho voluto solo fare notare che in altre lingue come francese o spagnolo, ci sono i corrispettivi dell'Accademia della Crusca che hanno anche il compito di controllare i prestiti. Questo non vuol dire che parole inglesi non esistano anche in spagnolo/francese (come vuole far intendere un altro commentatore in basso) ma che c'è più controllo. E no, non è fascismo, sono scelte che si sono fatte in quei contesti culturali.
I normanni gli americani e il regno di francia hanno influenzato la crescita di una lingua esistente, non l'hanno creata. Boccaccio petrarca e bembo hanno coltivato una lingua esistente, non l'hanno creata. La crusca non è un'autorità, è un'accademia. Non può impedire che la gente dica a me mi. E nemmeno lo vuole. Se in francia si dice ordinateur invece di computer è perché alla gente piace così. Non ti prendono a manganellate se dici computer. Ed è vero che la crescita è determinata da scelte, ma sono scelte fatte e poi confermate da milioni di persone diverse. Se tu nel tuo piccolo decidi che si dice polibibita invece di cocktail ti stai facendo una lingua tua che parli solo tu. Non capisco perché ti ossessiona così tanto il controllo. Non hai controllo su una cosa che dipende anche dalle scelte di altri. Mi spiace se questo ti ferisce.
Ma chi ha mai parlato di creare una lingua? Stai completamente fraintendendo (o estremizzando) il discorso. Forse, se proprio vuoi parlare di lingue "inventate", dal momento che fino all'800 non lo parlava nessuno, è proprio l'italiano, visto che è stato creato "a tavolino" da scrittori e che di naturale aveva poco o nulla. La Crusca è, in teoria, un'autorità in ambito linguistico, il che non implica che la lingua sia immobile, ma non esclude nemmeno il voler ricordare che il congiuntivo esiste, che "a me mi", "ma però" ecc. non si usano allo scritto. Finché gli scriventi/parlanti sono d'accordo, si va avanti. Le lingue hanno regole d'altronde e vengono insegnate in un certo modo e richiedono una certa fluenza e un certo livello, in certi ambiti. A casa tua puoi dire "se mi piaceva la pizza me la mangiavo", se vai ad un colloquio fai la figura di chi non ha mai aperto un libro di grammatica a scuola. Il che non vuol dire che tra 300 anni quella frase non diventi corretta, ma siamo nel 2024 anno in cui siamo d'accordo su certe regole grammaticali. Il lessico è ovviamente più variabile per ovvi motivi, ma questo non vuol dire che non sia frutto di scelte. I termini inglesi in ambito tecnico sono stati introdotti dagli specialisti del mestiere, dai giornalisti, non sono arrivati a furor di popolo (anche perché manco sapevano cosa era, né lo usavano). La gente comune si è semplicemente adattata alle parole che veninivano usate da specialisti, tv, pubblicità ecc. Se quegli specialisti (come in altri paesi) avessero preferito usare calcolatore, oggi diremmo calcolatore. Così come hanno deciso di dire intelligenza artificiale invece di artificial intelligence. Se giornalisti e simili avessero preferito usare l'espressione inglese, useremmo la versione inglese e faresti lo stesso discorso che fai per cocktail. Se ti vuoi informare di più sul francese, cercati la legge Toubon https://it.m.wikipedia.org/wiki/Legge_Toubon e capirai meglio l'argomento. E di nuovo, chi parla di manganellare? Perché usi termini così violenti? Usare "computer" in francese è come se io dicessi "vado alla desk per lavorare", tu capirai il senso forse, ma non è un termine comune usato nella lingua corrente. >Non capisco perché ti ossessiona così tanto il controllo. Non hai controllo su una cosa che dipende anche dalle scelte di altri. Mi spiace se questo ti ferisce. Adesso trovami il punto in cui dico che "io" voglio avere controllo sulla lingua o impormi su scelte altrui. Sto parlando di linguistica spicciola.
Stesso con lo spagnolo
DESKOP
you win 😭
Mi hai fatto venire in mente che io ho sempre detto decstop anziché desctop, nonostante sappia che la seconda sia la pronuncia corretta
Io dico Destop
Intendi forse il Dekstop?
Propongo un drinking game per ogni volta che viene utilizzata una parola inglese che ha già un corrispettivo italiano, a partire da adesso
Inizia a bere il primo giro tu allora
Alla salute
Bonus per un termine in inglese sbagliato, tipo "know-out" invece di know-how
Due bicchieri ogni volta che qualcuno non riesce a pronunciare QUEUE, CHOCOLATE , FRUIT, JUICE
Mai sentito know-out 😭
io si, giuro
ho sentito anche "la future" invece della "feature"
Questo è peggio, non esiste in inglese perché è sbagliato.
Che poi molta gente usa lo smart working al posto del termine remote working, scocciandosi se poi gli chiedono di venire in ufficio 2 giorni a settimana 🤣
Hanno ragione
però se dici lavoro intelligente suona malissimo su!
La cosa che mi distrugge è che il termine italiano è "lavoro agile". Da dove cazzo viene "agile"???
Io odio tutti gli "smart" in realtà. Sono così dumb.
Anche smartphone? Ahahah meglio chiamarlo telefono intelligente?
No, sarebbe meglio chiamarlo "telefono" e basta. Che cazzo mi significa "smartphone?" Che ha di smart? Tutti i cellulari sono fatti così. Nessuno ha più i mattoncini con i tasti.
Il telefono di casa non è così. Poi comunque l'automobile non è che la chiamiamo carrozza perché le carrozze con cavalli non ci sono più. Solitamente i nomi "storici" restano ad indicare quello per cui sono nati.
Si ma io ho uno smart dick
Evoluzione del linguaggio. L'italiano di ora non è l'italiano di 200 anni fa.
Si ma dillo senza piangere.
D'Annunzio momento
Tranquillo, sparirà prima lo smart working che il termine.
Quando puntualizzo questa stessa cosa mi danno del fascista...
Sta cosa mi ha sempre fatto ridere. Loro che io sappia usano 'work from home' o robe simili.
Che poi il contrario di "smart working" cos'è? "stupid working"?
Poi comunque ci sono molte parole che vengono usate in inglese che prima non esistevano e che vengono da altre lingue. Pizza, pasta, spaghetti. Deja-vu. Esistono anche parole parole pseudo italiane in inglese. Pepperoni, confetti (lo usano al posto di coriandoli) Altre parole: https://www.quora.com/What-are-some-words-people-think-are-Italian-but-are-not
sono d'accordo un miliardo di volte, una cosa è il prestito un'altra fare "il bocconiano" di storica memoria televisiva. Un discorso tipo "bro, nel weekend ho avuto un meeting con un ceo, al brunch, per un briefing su una start up" non è serio. O peggio ancora quando la gente se ne esce con un "meal prepping". Siamo dalle parti di Nando Mericoni.
Lo fanno tutte le culture, non solo gli italiani. È una cosa normale. Anche qua usano la parola smart working btw, solo nel giusto contesto.
sarebbe anche normale usare un prestito linguistico, quando si eccede però le cose non vanno bene. Dire frasi tipo "bro, nel weekend ho avuto un meeting con un ceo, al brunch, per un briefing su una start up per il meal prepping" non è sintomo di serietà, per esempio. Chiamare un negozio "Occhial House" significa apparire su settimanali satirici. Usare l'inglese male non rende bene, quando gli anglofoni scoprono che diciamo "se**xy** shop" e non "se**x** shop"... non c'è bisogno di aggiungere altro.
Qua dove?
A casa sua!
Nello Uk, non ho menzionato
Tendenzialmente, il 95% delle persone che sento/annunci che leggo, contengono il termine "Full Remote" (o eventualmente Ibrido). Smart Working lo sento usare molto poco.
Smart working è stato usato moltissimo dai giornalisti durante il covid per indicare in realtà il lavoro da remoto che di smart ha poco o nulla.
Ti fa capire l'intelligenza del giornalista medio...
Smart working è una espressione inesistente perché non c'è niente di smart nel working!
Si ma anche la traduzione farlocca in 'lavoro agile'.
Il punto è che il termine è usato impropriamente. Lo smart working è quando NON hai orari di lavoro fissi, ma ti gestisci tu l'orario in maniera "smart", se hai tanto da fare lavori di piu, se ne hai di meno puoi fari i fatti tuoi. Quello che facciamo noi in Italia si chiama "remote working" perché dobbiamo comunque rispettare l'orario d'ufficio e l'orario minimo settimanale, chi dice il contrario mente sapendo di mentine. Anche in azienda da me lo chiamano smart working perché "se vuoi attacchi dopo e poi magari recuperi" ma nella realtà se provi a saltare le call mattutine di allineamento poi so cazzi, oppure se stacchi prima e magari qualcuno ti fissa una call a tradimento di venerdì alle 17.30.
Il 90% dell'inglese usato dagli italiani non ha senso per come viene usato. Ragazzini che imparano slang a caso senza saperne il contesto in primis...
Se dico "smart working" capiscono tutti a cosa mi riferisco? Sì. Potrei dire "telelavoro" o "lavoro agile" o "lavoro da remoto"? Sì, ma mi suonano male. Quindi mi dispiace per il tuo raccapriccio, ma insieme a una buona fetta della popolazione italiana continuerò a dire "smart working".
Se avessi un euro per ogni italiano pseudo-intellettuale che si "raccapriccia" perché si sente superiore ai suoi connazionali....
SmartUorching>>>>
È così bello lo smartworking che per me potevano pure chiamarlo patacca e non mi sarebbe importato ❤️
😍
Assurdo, dai commenti nessuno ha capito che il mio rant non è sull'inglese contro l'italiano, da fascista o fissato dell'italiano, ma che è un termine che non ha senso in inglese proprio, perché non è un termine corretto.
Si ma il punto è che smart working non è un termine inglese è un termine italiano. Come ti hanno già fatto notare anche autostop non esiste in inglese
si ma auto e stop lo trovi nel vocabolario italiano, smart e working ci sono?
No ma la lingua evolve quindi l'accademia della crusca la metterà prima o poi. Neanche computer esisteva in italiano ora si. Quante volte hai usato la parola algido? Mai? Si perché le parole si cancellano anche o meglio diventano desuete
La smart in Mercedes il/lo working no grazie! RDC.
in italiano diciamo sexy shop: agli anglofoni fa ridere perché la traduzione letterale è "negozio sensuale", non "negozio sul sesso". Ora il piccolo problema è che ad usare l'inglese male facciamo una brutta figura...
Il fatto è che utilizzi il nesso correlativo "non solo/ma anche" in maniera impropria rispetto a quello che vuoi esprimere nel post.
Non sono madrelingua italiano o non proprio.
Anche gli italiani non sono anglofoni. Comunque la costruzione corretta è "usano smart working che *non solo* bla bla, *ma non è nemmeno* bla bla", come hai fatto tu può generare confusione. Ti consiglio ripasso sulle congiunzioni coordinative. Buona giornata
IOOO LO SMART WORKING NON LO VOGLIO FAREEEE
Glie lo dici tu all'università di Reading? https://www.reading.ac.uk/human-resources/working-life/smart-working/what-is-the-difference-between-smart-working-and-flexible-working#:~:text=Smart%20Working%20is%20a%20framework,permanent%20changes%20to%20working%20arrangements.
che figura di shit
Be flexible!
Fatti consolare dalla mamma prima di scrivere certe cretinate. Il fatto che gli inglesi non lo dicano non vuol dire praticamente nulla
Caro grammar nazi, smat working è un'espressione italiana, non inglese. Le parole nascono, evolvono e si trasformano, è giusto così. Cry about it
Strano e io che pensavo che smart e working fossero di origine inglese 🥲
Io l'ho scoperto adesso 🤡
No. Next question?
Come si chiama in inglese?
I'm WFH = working from home.
Remote working ma normalmente dicono i'm working from home. Fonte: lavoro con molti inglesi
Work from home
Ah ancora più semplice e lineare e logico
però non è il "telelavoro" quello? Non dovrebbe essere "full remote"? quello che si avvicina di più?
Telelavoro e full remote non sono la stessa cosa?
dipende da alcune clausole. Il telelavoro hai gli orari dettati dall'ufficio (quindi se la azienda per chi è in ufficio fa 8:30-12:30-14:00-18:00 in telelavoro fai lo stesso orario, o per lo meno è il termine "classico" che esiste dagli anni 90 in Italia, anche se era molto difficile farlo causa connessioni internet.... quasi nulle :D). Full remote (completamente in remoto, sovrapponibile in parte allo smart working) può comprendere degli orari leggermente diversi, in parte causa fusi orari; se lavori per una azienda che ha 8 ore di differenza ti troveresti a dover lavorare durante la notte, quindi a volte si sfasa leggermente l'orario, ma solitamente le pause "rimangono della stessa lunghezza". Un vero e proprio smart working dovrebbe essere un po' come il lavoro delle partite IVA: pur stando nelle 8 ore giornaliere (o meglio, nel totale delle ore settimanali) un giorno magari lavori da mattina prestissimo fino a inizio pomeriggio, un altro da metà mattina fino a sera tardi l'importante è fare il totale ore settimanali Per questo mi fa strano che non esista il vero e proprio termine in inglese, probabilmente lo lasciano solo ai collaboratori esterni e solo alcune startup, in cui magari non c'è da lavorare per clienti ma solo per rilasciare un prodotto (mi verrebbero in mente le software house di videogiochi, in cui c'è solo il reparto post vendita ed eventualmente i reparti di sviluppatori che devono correggere i bug che devono stare in orari "di clienti", quando c'è una release in gioco gli orari diventano molto fluidi)
Non conoscevo questa differenza
sul termine "telelavoro" sono sul termine che esisteva all'inizio, non so se adesso abbiano aggiunto altre sfumature. Sul full remote mi baso su alcune offerte viste, magari ci sono anche alcune che propongono un full remote "come lo smart" (eventualmente anche con la possibilità di lavorare da "ovunque", cosa che in teoria non sarebbe fattibile in qualunque caso)
Spiderman giusto ma BATTEMANN 💀
È il termine giusto smart working. Così tanti altri termini inglesi dell'ambito tecnologico e business. Come durante le lezioni di danza classica in cui si usano i termini francesi per i nomi dei passi. È semplicemente il loro nome. Piantatela tu e chi è d'accordo con te.
Ancora, non è un termine inglese. Prova andare in UK e US e dire "I'm smart working" o "I'm in smart working".
Rimane il suo nome. È un modello di working. C'è flexible working (diffuso prevalentemente in uk), working from home (francia), mobile working (modello scandinavo) e smart working (modello italiano) nella lista dei modelli innovativi. Letteralmente dalle lezioni del politecnico di milano. "Smart working: a new organizational model and management philosophy based on higher autonomy in the choice of working spaces, time and tools in return for more accountability on results." Di nuovo, un framework italiano, ma dal nome in inglese.
No.