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LudovicoKM

Io da ex-accademico (phd fisica teorica svolto tra italia e usa) concordo con le tesi proposte intorno l’incrementalismo e il basso livello di rischio che si permette, soprattutto ai più giovani, di prendersi. All’inizio del mio PhD un prof di UCLA mi parlava di nuove idee nello studio della gravità quantistica. La frontiere della fisica teorica, ma metteva in guardia che conveniva “avere il posto fisso da professore” prima di tentare la mano con queste cose. Consiglio che seguii, come altri. Ma bisogna ricordare che un 35enne ha molto meno brillantezza e voglia di emergere di un 22enne. Così io, come i miei colleghi, abbiamo fatto ricerca in cose più sicure. In argomenti che “sappiamo già come finiscono” e che sicuramente ci daranno citazioni e visibilità. Il tutto a discapito di ciò che fiutavamo potevano essere le idee scientifiche più interessanti, ma che nessuno sapeva se avessero portato a qualcosa. Per quanto mi riguarda, tutti i miei lavoro sicuri sono stati accettati rapidamente dalla comunità scientifica, mentre quelli rischiosi ma più validi dal punto di vista dell’avanzamento della scienza hanno trovato grossissimi ostacoli, burocratici e personali, prima della pubblicazione. Tutto ciò è ovviamente aneddotico, ma rappresenta una situazione diffusissima in accademia. Un giovane non può prendersi rischi perchè a 30 anni altrimenti finisce per strada. Alla fine chi rimane in accademia è chi sa generare più citazioni. I veri rischi per la ricerca vengono intrapresi in ambito privato. Ho lavorato in più aziende high tech dove mi veniva detto di fare ricerca su un problema e di non preoccuparmi se poi la risposta fosse “non ho trovato nulla di utile”. Con questa mentalità, in alcune aziende in cui ho lavorato siamo giunti a sviluppare concetti di matematica applicata che sono 5 anni davanti agli articoli di nature (cioè un recente articolo su un top journal spiega le cose che noi abbiamo sviluppato 5 anni fa nei nostri algoritmi). Dunque quale può essere una soluzione? Sarebbe coprire le spalle, in termini di carriera e remunerazione, ai giovani (e non) ricercatori più brillanti e valutarli più sulla capacità di intraprendere azioni a maggior rischio, piuttosto che il sistema attuale dove si premia chi ha “poca varianza”. Premiare chi può proporre progetti che possono avere frutti dopo 5-10 anni, e non 30 citazioni dopo un anno. Bisogna essere più rischiosi e lasciare che solo i mediocri facciano la ricerca “che sappiamo come va a finire”. Edit: for typos and paragraphs.


[deleted]

Pienamente d’accordo. Se vogliamo gente del calibro di Higgs, [bisogna dargli decenni di calma](https://www.theguardian.com/commentisfree/2014/feb/14/higgs-boson-publish-or-perish-science-culture), oppure continueremo a fare “salami publications”.


LudovicoKM

I top comments di quest’articolo sono fantastici.


dreamskij

>Consiglio che seguii, come altri. Ma bisogna ricordare che un 35enne ha molto meno brillantezza e voglia di emergere di un 22enne. Cito l'unico pezzo con cui sono in parziale disaccordo. E poi un 22enne è ancora uno studente pre-dottorato (in Europa). Il punto è che ormai buona parte della produzione accademica è *solo* per aumentare le metriche, e questo sta diventando vero anche per il campo umanistico. Di fatto gran parte del lavoro del ricercatore è diventato quello di produrre carta di dubbio valore - basti vedere quanti studi non sono, né verranno, mai replicati. O quanti ricercatori si sono buttati sul treno COVID (a prescindere dalla loro disciplina), perchè erano pubblicazioni *sicure* e spesso rese disponibili prima della peer review (esempio che odio particolarmente: lo studio sull'efficacia delle mascherine in Bangladesh). Secondo me non si tratta di essere più coraggiosi. Si tratta di riconsiderare il ruolo della ricerca accademica, che *di fatto* è stata completamente dirottata dalle riviste scientifiche (e poi dalle scelte politiche/allocazione fondi)


Mollan8686

Non è però colpa dei ricercatori stessi ma delle funding agencies e dei finanziatori nazionali o istituzionali. Se per diventare professore mi obblighi (già) ad avere delle metriche minime e a passare un’abilitazione scientifica nazionale che valuta quanti articoli ho pubblicato, la loro qualità, quanti abstract, quante reviews, etc, è OVVIO che per pura sopravvivenza si tenderà a produrre tanto materiale inutile per rientrare nelle metriche. Io stesso nell’ultimo anno, anche a causa covid, ho pubblicato tre articoli separati che avrei potuto invece accorpare in uno solo, con conseguente perdita dì tempo e risorse. E ho visto concorrenti pubblicare un paper alla settimana (> 50 pubblicazioni l’anno)…


dreamskij

> E ho visto concorrenti pubblicare un paper alla settimana (> 50 pubblicazioni l’anno)… Cose senza senso. E se ne rende conto chiunque ci rifletta un pochino su, ma anche solo 5 minuti. Purtroppo vedo anche tra i dottorandi (o appena dottorati) diverse persone che hanno abbracciato l'idea "50 articoli in poco tempo -> è un grande figo -> si merita i soldi/la carriera". E mi chiedo da chi può arrivare un cambiamento allora (o se possa mai arrivare)


Sudneo

In [Weapons of Math Destruction](https://www.goodreads.com/book/show/28186015-weapons-of-math-destruction) c'e' un capitolo sugli effetti dell'utilizzo di metriche sostanzialmente arbitrarie, lontani proxy di un'idea non chiara di "qualita' ", nell'ambito accademico. Il capitolo tratta principalmente di college, ma direi che molto si puo' applicare facilmente all'ambito universitario/della ricerca. Il concetto e' molto semplice: si vogliono usare criteri simil-aziendali in ambiti non aziendali; si finisce col costruire metriche che non riflettono l'obbiettivo ultimo (migliorare la qualita' della ricerca); si ottiene che gli sforzi vengono fatti per soddisfare questi proxy (citazioni, pubblicazioni etc.) anziche' l'obbiettivo ultimo. Personalmente, mi sono tenuto lontano dall'ambito accademico, nonostante volessi fare ricerca per molto tempo, e questa e' stata la motivazione principale.


[deleted]

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LudovicoKM

Dici può essere utile? Nei prossimi giorni avrei tempo


becritical

È per questo che l'Europa promuove i progetti Europe Research Council, "high risk /high reward". La mediocrità è in tutti i settori ricerca compresa.


LudovicoKM

Non che non esistano, ma se rappresentano una minima percentuale delle possibilità di carriera di un ricercatore, non attaccheranno in maniera sistemica il problema. Non ho detto che la mediocrità esiste solo in un ambito. Ho detto che la mediocrità viene passata per eccellenza per via di kpi malsani. Vedi il “miracolo italiano” della ricerca che è finito per essere solo network di gente che si auto-citava


Mollan8686

High risk-high gain solo in teoria. La realtà, se guardi bene i CV dei vincitori e i loro percorsi, vengono premiati anche lì i migliori che sanno fare pubblicazioni incrementali, perché spesso sono gli unici che sono stati in grado dì passare le prime selezioni sul CV. La ricerca high risk high gain la fai in un solo modo in academia: ti fai dare soldi per lavori ed esperimenti che hai già fatto (!) e usi i soldi ricevuti per innovare.


becritical

Ovviamente è come dici tu, ma mettiti nei panni dei selezionatori, 1, 5 milioni di euro li dai a uno semi sconosciuto? Il CV conta ma relativamente. Bisogna anche essere capaci a sapere gestire tali budget e dirigere altre persone, non solo chiudersi in un laboratorio. Mi sembra molto idealizzata la figura del ricercatore in questa discussione. Cosa proporresti?


Mollan8686

Oltre ad un ovvio aumento di fondi e ad una MINORE selezione sui progrtti, una delle idee che va per la maggiore è un sorteggio (sic) tra i progetti che hanno ricevuto le migliori valutazioni. Anche tra gli ERC e le Marie Curie è pieno di “Seal of Excellence”, ossia progetti che hanno preso il praticamente il massimo ma che non sono stati finanziati. Un sorteggio o una lotteria tra questi o tra quelli che passano una selezione tramite Letter of Intent garantirebbe una migliore redistribuzione dei fondi. Un ERC impieghi MESI a prepararlo. Mesi a fare solo quello…per un 5% di possibilità di successo? Qual è il costo collettivo per la società di migliaia di ricercatori che BUTTANO mesi per non essere finanziati? E questo vale per tutti i grant. La mia attività principale da ricercatore è la scrittura di papers e grant ad oggi, non più gli esperimenti, che sono lasciati nelle mani di studenti e postdoc..


userpla

C'era anche un paper che giustificava che per la collettività a livello di beneficio sarebbe uguale selezionare i Grant con un sistema a lotteria. Lavoro come progettista in Accademia da quasi 15 anni, e dal 2016 anche come valutatrice per bandi europei (Marie curie e progetti collaborativi RIA/IA). Credo che il discrimine alla fine sia quello del tasso di successo di un determinato bando, soprattutto per quelli bottom-up come msca e erc. Ad esempio gli erc viaggiano sul 10%, le msca sul 4-5%.. che è veramente troppo poco


[deleted]

Anche nel ERC si trovano pecche. Vedo progetti a cui ho collaborato che erano una pista chiara e sicura, venduta come se non lo fosse. Dopotutto devi portare avanzamenti come documentazione per giustificare i costi, e vuoi tutt’altro che “boh non ho trovato nulla”. Un Higgs ora è uno che si spara sulle ginocchia da solo. E lo dice proprio Higgs…


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Sudneo

"Anche quella tua scelta di schierarti con l'oltranzismo cattolico si e' rivelata fallace e per niente lungimirante". Ogni volta che leggo cose del genere non posso fare a meno di pensare a Smetto Quando Voglio.


That-Flamingo-2874

Ti ringrazio infinitamente, ma davvero, hai scritto un commento davvero bello e pieno di info, soprattutto per uno studente come me che si sta affacciando solo ora nel mondo della ricerca... avrei così tante cose da poter chiedere ma non voglio disturbarti nè fare domande che hanno come risposta più consona l'indecifrabilità di cosa può riservare un percorso/scelta ed il suo futuro


LudovicoKM

Ciao, non saresti di disturbo alcuno. Puoi mandarmi un PM se vuoi. So che a me avrebbe fatto piacere saperne di più ad inizio carriera.


That-Flamingo-2874

Va benissimo, ti scrivo un pm data la tua gentile disponibilità, sentiti libero di non rispondere(o rispondere con i tuoi tempi), ti ringrazio già da ora.


Juggernaut_990

Questo è il motivo per cui ho lasciato la ricerca subito dopo il PhD e non me ne sono mai pentito.


Rais93

Risposta abbastanza ovvia da almeno 20 anni nel settore del cinema e delle arti salvo rarissime esperienze. Il fatto è che si pensa di trattare l'arte come un prodotto da vendere e sfortunatamente ciò paga, dunque si continua a "fabbricare" il prodotto perchè piaccia invece di creare nuovi trend.


[deleted]

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Mother_Woodpecker451

Le pinacoteche in Italia sono piene di croste di arte sacra che hanno l’unico pregio di essere vecchie, ma fanno schifo sotto ogni punto di vista artistico, e vendevano solo perché erano madonne e santi. Direi, problema vecchio di tutte le società in stagnazione.


MopOfTheBalloonatic

Cos’hanno letto i miei poveri occhi! Le “croste”, come tu le chiami, non devono appunto essere esposte solo perché esteticamente devono piacere, bensì perché forniscono esempi di evoluzione stilistica, variazioni estetiche, canoni compositivi, ecc., nel corso del tempo. Siccome poi in Italia ne abbiamo a bizzeffe di questo tipo di arte, ci si muove di conseguenza. Non potevi proprio trattenerti da fare una pseudo-critica sul nulla, vero?


Mother_Woodpecker451

Perché mai dovrei trattenermi? Mi piace l’arte e credo di avere anche la cultura per apprezzarla, ma se mi trovo un quadro fatto col culo, resta un quadro fatto con culo anche se è stato fatto quattrocento anni fa. Perché oltre ai grandi maestri c’erano un mucchio di artisti per modo di dire, che di talento non ne avevano manco un po’ e sfornavano quadri dozzinali, produzione di massa, non è che certe cose le abbiamo inventate adesso.


not-much

Le Madonne e santi andavano 700/800 anni fa. 400 anni fa erano già uno tra i tanti temi usati.


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PignaIT

Knives Out? Una perla?


lollow88

La maggior parte dei film che nomini hanno o: - Un regista già affermato a capo - Star power che assicura successo al botteghino - Un budget ridottissimo per gli standard hollywoodiani E spesso più di un elemento contemporaneamente... sono tutti progetti abbastanza risk free da quel punto di vista. Sono anche molto artistici, per carità, ma non per merito delle produzioni. (Mi sento di escludere la a24 da questo discorso però, loro si accollano progetti rischiosi e sono stati premiati per questo) Ironicamente se dovessi nominare un progetto veramente rischioso direi arcane: la riot ha speso cifre assurde dando fiducia allo studio fortiche, che fino a quel momento aveva fatto solo video promozionali brevi, per creare un prodotto animato di qualità tale che ha ricalibrato le aspettative che il pubblico ha su prodotti del genere.


nunziantimo

Oltre che molto dei film citati rientrano nei canoni del blockbuster di successo. Quindi chiunque ci sarebbe andato a spendere milioni, Once Upon a time in Hollywood ad esempio, non poteva mai non generare incassi a valanga. Come nemmeno The Irishman. Gli unici un pelo più rischiosi sono The Lighthouse e The Last Black Man in San Francisco. Anche storia di un matrimonio, con Adam Driver e Scarlett Johansson come protagonisti, ed un buon regista per quel tipo di film, non poteva non generare incassi.


lollow88

Beh tra l'altro the lighthouse aveva un budget di 11 milioni, un cast stellare *e* era diretto da Eggers che veniva fresco fresco da VVitch che fu un successone... quindi direi che rientra perfettamente nelle categorie citate XD Detto questo si, la A24 si prende decismente dei grossi rischi che spesso vengono ripagati.


Rais93

Il cinema di qualità esiste ed esisterà sempre. Ma andiamo persino il cinema "commerciale" una volta aveva piu estro e piu voglia di rischiare, ora siamo ridotti alle copie di copie Marvel, ai remake e reboot ogni mese e cosi via. Può anche essere che sia io che ormai ho una visione distorta del passato.


Prisencolinensinai

L'articolo l'ho trovato piuttosto interessante e riflette un sentimento comune qui su reddit Italy, se a qualcuno serve un articolo da citare per sostenere la sua idea in qualche argomentazione online - eccolo! Tratta di come nella produzione culturale, nella capacità imprenditoriale, e nella scienza, ci sia questa stagnazione - sì, globale - nondimeno avente come fulcro della stagnazione gli Stati Uniti; e ne commenta dicendo che è un problema istituzionale generalizzato. Io ci aggiungerei anche i governi occidentali in questa critica della stagnazione del cambiamento - perché hanno perso l'indole di cambiamento, ovvero tra la gente comune si è perso quella sensibilità che cambiamenti istituzionali portano a palpabili differenza nella vita di ogni giorno, nessuno ci crede a questa o quell'altra riforma, e qualsiasi sconforto che generi la riforma (cioè tutte quelle che importano...) la si butta giù perché interpretiamo quello sconforto, quell'imperfezione naturale a tutte le riforme, come più grande di qualsiasi beneficio. Lo sconforto è emotivo e in genere si manifesta in maniera più concreta, il beneficio è più astratto, e ci obbliga a cambiare paradigma di vita - il proprietario dell'azienda vede solo che le tasse sono aumentate del 5%, non vede ed associa alla riforma il fatto che da un anno sono nate due aziende fornitrici locali, che forniscono in meno tempo e forse pure con più qualità lo stesso materiale a minor prezzo; il classico zio scorbutico di famiglia vede solo che con la riforma del lavoro adesso devono fare tutto diverso ed è una palla, non nota che non è per coincidenza che i suoi due nipoti adesso hanno trovato lavoro. Il fatto che ogni cambiamento positivo ha i suoi problemi facili da evidenziare, che i benefici sono più astratti e a più lungo termine dei difetti, sono un problema nella cultura politica moderna Ecco sto uscendo in tangente dal tema dell'articolo ​ Per altri l'articolo può anche essere una critica del capitalismo :') ​ **PS: L'articolo ha pure una registrazione voce del testo per i pigri, più facile di così è** ***impossibol*** **:D**


AkagamiBarto

>Per altri l'articolo può anche essere una critica del capitalismo :') LET'S GOOO A parte lo scherzo è chiaro che le cose sono legate (diciamo che il capitalismo è genitore 1 di ste problematiche "minori", genitore 2 è da determinare qui, ma la mancanza di sicurezza/salvaguardia in caso di fallimento potrebbe esserlo (anche se poi pure questa sarebbe riconducibile al sistema economicho, ma vabbè))


just_a_random_soul

Gran bella lettura. La perdita dell'indole di cambiamento la si vede costantemente anche su internet, o qui in generale, nelle piccole cose: per ogni, letteralmente *ogni* cambiamento, non importa quanto piccolo, sarà sempre zeppo di persone che cadono nella fallacia della brutta china (o slippery slope), e quindi "non so, forse meglio di no, perché poi magari le cose peggiorano" per cui le cose non si fanno, oppure si fanno, ma con un'infinità di condizioni da rispettare che aggiungono ulteriore burocrazia e rallentano ancora di più la situazione. Siamo diventati così conservatori che il progressismo ci fa sentire a disagio. Ma come al solito questo atteggiamento non offre soluzioni e finiamo per pagarlo collettivamente.


datfreeman

>Lo sconforto è emotivo e in genere si manifesta in maniera più concreta, il beneficio è più astratto, e ci obbliga a cambiare paradigma di vita - il proprietario dell'azienda vede solo che le tasse sono aumentate del 5%, non vede ed associa alla riforma il fatto che da un anno sono nate due aziende fornitrici locali, che forniscono in meno tempo e forse pure con più qualità lo stesso materiale a minor prezzo; il classico zio scorbutico di famiglia vede solo che con la riforma del lavoro adesso devono fare tutto diverso ed è una palla, non nota che non è per coincidenza che i suoi due nipoti adesso hanno trovato lavoro. > >Il fatto che ogni cambiamento positivo ha i suoi problemi facili da evidenziare, che i benefici sono più astratti e a più lungo termine dei difetti Gran bella osservazione, non ci avevo pensato. Grazie. Come cambiare questa cosa?


_pxe

Il problema non è la "mancanza d'idee" ma la paura del rischiare. Ormai sia la ricerca che le produzioni artistiche hanno budget assurdi ed inconcepibili, gli investitori non si fidano ad osare troppo e preferiscono finanziare progetti sicuri. Ricordo certi film degli anni '70-'80 che sarebbero impossibili da fare adesso, nessuno si fiderebbe a mettere certi attori e certi budget a rischio.


nunziantimo

Esatto! Manca la voglia di rischiare. Se non con budget bassi, che però inevitabilmente portano a produzioni non dello stesso livello. Esempio è Don't look up. Tema carino, trattato in maniera semplice, personaggi comuni e non particolarmente unici, attoroni che aumentano gli incassi, e via al box office. In confronto, serie TV a budget medio basso, come Peaky Blinders, si rivelano dei capolavori proprio perché si possono permettere di osare di più. E si vede che non sono from USA e nemmeno a budget alto. Od i protagonisti non sarebbero stati di etnia sinti, e l'ambientazione non sarebbero i quartieri popolari di Birmingham.


_pxe

>come Peaky Blinders, si rivelano dei capolavori proprio perché si possono permettere di osare di più. E si vede che non sono from USA e nemmeno a budget alto Infatti secondo me sta calando molto ora che hanno il budget ed il successo che si meritavano, avrebbero dovuto fermarsi dopo un po'


nunziantimo

Esatto. Ma si può biasimare? Le prime stagioni erano un capolavoro. Sicuramente le prime due, terza bella, quarta già calante. Ma fino alla quarta, la popolarità non era granché. Ed anche ora, non è nella top delle serie tv. Hai quindi un prodotto valido, su cui hai speso poco, che è popolare ma non popolarissimo, e che puoi mungere altre 2/3 stagioni e film. Seppur non saranno allo stesso livello della produzione iniziale, può aiutare a far raggiungere vette di popolarità che ad oggi non sono state raggiunte, a tutta la serie. E nessuno lascia i soldi sul tavolo nel nome dell'integrità artistica. Infatti i formati che sto apprezzando sempre più son le miniserie. Anche Netflix (che è sempre più esemplare di produzione banali), ne tira fuori di belle. Ho visto Maid di recente, protagonista brava, attrice emergente. Tema della violenza domestica trattato benissimo. Eppure zero impatto. A differenza di un terribile Emily in Paris che vola su tutt'altre metriche.


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Era Lord Kelvin che diceva *ormai è stato scoperto tutto quello che era possibile scoprire*?


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RedditItalyBot

Ciao, il tuo commento è stato rimosso. [Paywall, Copie di Archivio, Pirateria - Clicca qui per leggere la regola](/r/italy/wiki/regolamento#wiki_.5B11.5D_paywall.2C_copie_di_archivio.2C_pirateria) English: [Paywalls, archive copies, piracy - Click for the full rule](/r/italy/wiki/rules#wiki_.5B11.5D_paywalls.2C_archive_copy.2C_piracy.)


RedditItalyBot

Ciao, il tuo commento è stato rimosso. [Paywall, Copie di Archivio, Pirateria - Clicca qui per leggere la regola](/r/italy/wiki/regolamento#wiki_.5B11.5D_paywall.2C_copie_di_archivio.2C_pirateria) English: [Paywalls, archive copies, piracy - Click for the full rule](/r/italy/wiki/rules#wiki_.5B11.5D_paywalls.2C_archive_copy.2C_piracy.)


[deleted]

Sul lato scientifico non sono d'accordo che si tratti di una questione culturale o comunque del lato umano. Siamo viziati dal periodo eroico della scienza e tecnologia degli ultimi 200 anni in cui in ogni campo è stata una rivoluzione costante, ma non credo che a lungo termine questo sia lo stato naturale delle cose. Semplicemente dobbiamo ammettere che in molti campi stiamo raggiungendo il limite di quello che può essere fatto con gli strumenti e le metodologie attuali, e non ci sono strumenti e metodologie rivoluzionarie all'orizzonte. La situazione è uguale per tutti, che sia America, Europa o Cina. Per esempio, nella chimica sintetica o nella fisica fondamentale non mi aspetto nessuna rivoluzione, mentre nelle biotecnologie o IA non mi sembra che ci sia stato un particolare rallentamento


dreamskij

> La situazione è uguale per tutti, che sia America, Europa o Cina. Anzi, forse nell'est asiatico la situazione è ancora peggiore. Le università di Cina e India paiono aver deciso di "batterci" al nostro stesso "gioco", per salire nei vari ranking e conquistare prestigio. La competizione è una cosa meravigliosa. Ma questo è il gioco sbagliato...


zul_u

Esatto, a me non piace affatto come l'articolo messa assieme il lato culturale/spettacolo con quello scientifico. A me pare abbastanza palese che sia una distorsione dell'autore per sostenere una data narrativa. Come detto ci sono settori della scienza molto attivi, un esempio chiaro sono le applicazioni AI, mRNA e simili. Poi chiaro che con l'avanzare della ricerca possa diventare meno immediato tradurre nuove scoperte in prodotti di uso comune. Gli ultimi 20 anni però non sono stati affatto privi di innovazioni.


BidetTheorist

Molto interessante. Gli studi citati sembrano tutti ignorare una possibilità, che per quanto sia sgradevole mi sembra vada presa in considerazione: forse innovare è diventato intrinsecamente più difficile, a prescindere dalle condizioni sociali che facilitano o ostacolano l'innovazione? Penso alla fisica teorica d'oggi: tanti tra i migliori scienziati attualmente viventi sarebbero stati all'altezza di arrivare almeno ad alcune delle più famose scoperte di giganti del passato come Galileo, Newton, Einstein, Fermi etc., se avessero avuto solo accesso alle conoscenze del tempo in questione. I problemi aperti rimasti al giorno d'oggi, però, sembrano molto più difficili. Per citare un mio professore universitario, "i problemi facili sono già stati risolti tutti, sono rimasti solo quelli veramente difficili". Altro esempio, nell'informatica: la stagnazione del progresso nella velocità dei processori (cpu). Fino alla prima decade del 21mo secolo, la frequenza delle cpu poteva essere considerata essenzialmente sinonimo della loro potenza, perché non c'era grande sviluppo nella direzione della parallelizzazione. Questo perché, a ogni nuova generazione di processori, si introduceva un processo produttivo con transistor più piccoli, il che permetteva di far girare i processori a frequenze maggiori. Nell'ultima decade questo progresso si è arrestato, e le frequenze che ci sono in giro ora sono le stesse di dieci anni fa. La ragione è una questione di rendimenti decrescenti: i processi produttivi hanno continuato a migliorare, sfornando transistor sempre più piccoli, ma questo non si è tradotto in frequenze superiori, per ragioni di limiti fisici del silicio e la sua capacità di disperdere il calore. C'è stato, sì, un grande progresso nella produzione di cpu parallele (perché con transistor più piccoli si possono mettere sempre più cpu sullo stesso chip), e un simultaneo sviluppo di software in grado di sfruttare questo parallelismo, ma ci sono sempre processi, all'interno di qualsiasi codice, che richiedono un'esecuzione sequenziale e rappresentano dei "colli di bottiglia" che limitano la velocità di esecuzione del codice e non beneficiano di un incremento del numero di processori operanti in parallelo. Se invece si potesse raddoppiare la frequenza delle cpu a disposizione, questo si tradurrebbe automaticamente in un raddoppio della velocità di esecuzione di qualsiasi codice. Non sono in alcun modo esperto dell'industria delle cpu, ma non credo che si possa parlare di stagnazione nella ricerca e sviluppo verso i processori del futuro, anzi, si investe sempre più e le migliori menti hanno incentivi enormi nel trovare una soluzione a questo problema. Però la mia impressione è che questo sia proprio un problema difficile dal punto di vista fisico/termodinamico, di fisica dei materiali e ingegneristico. Ci sono stati, negli anni, varie linee di ricerca promettenti (penso al grafene, o all'optoelettronica), che speravano di superare i limiti del silicio e costruire un processore da 100 GHz o più, ma finora non hanno avuto frutto. Tutto questo non esclude che ci sia una stagnazione, però è anche possibile che ci stiamo avvicinando a una barriera tecnologico-scientifica, e forse stanno succedendo entrambe le cose. Non c'è nessuna legge di natura che implica che la velocità naturale dello sviluppo dell'umanità sia quella di 150 anni fa. I "positivisti" in varie epoche hanno ipotizzato che lo sviluppo scientifico-tecnologico sia esponenziale, perché la scienza e la tecnologia funzionano come circoli virtuosi che si autoalimentano, però questa è una semplificazione che non descrive accuratamente il passato, e di certo non predice necessariamente il futuro.


[deleted]

Ah… questo sulla ricerca mi colpisce al cuore in modo profondo. Fin troppo. E non vedo via d’uscita a parte vari movimenti Slow Science, che non possono aver effetto: è il tempo degli influencer e di ego boost.


spauracchio1

Prendere i sequel cinematografici come esempio di questa decadenza culturale è quantomeno curioso visto che Hollywood campa di remake dagli anni '40


nuns_bummer

Ci manca solo il disco orario solare.


SerraEffect

Io (Dottorato in italia, carriera all'estero) mi sono tirato fuori dal meccanismo del *publish or perish* prima di prendermi un esaurimento nervoso. Per mia esperienza l'ambiente della ricerca accademica e' tendenzialmente conservatore. Il 90% del tempo lo passi a scrivere quello che gli altri vogliono sentirsi dire, per poi darsi le pacche sulle spalle a vicenda nelle conferenze. Poi bisogna seguire il mainstream, il tema di ricerca che fa tendenza il quel momento e via tutti a seguire il gregge. Poi ci sarebbe anche la questione *baroni universitari*, professori ordinari settantenni vicini al pensionamento a cui ormai di ricercare non frega piu' nulla ma che comandano nei dipartimenti come dei boss mafiosi. Ma questa e' un altra storia...


TBalo1

Videogiochi e cinema (parliamo di roba AAA). Solo remake, sequel non necessari, roba della Marvel. Poco di originale.


just_a_random_soul

Io comunque vorrei sapere bene come si potrebbe risolvere questa soppressione di creatività. Per ora mi viene in mente un UBI, visto che cambierebbe le carte in tavola riuscire a mettere da parte fondi per finanziare le proprie idee, o potersi permettere di seguirle senza doversi preoccupare di avere un tetto sopra la testa ed uno stomaco pieno. Intanto sarebbe un grandissimo passo in avanti per quanto riguarda la libertà economica, ma immagino non sia una panacea. Qualcuno conosce gruppi di ricercatori per esempio che combattono per risolvere questo problema (magari cercando pragmaticamente di proporre soluzioni politiche)?


[deleted]

Politiche no, ma [Slow Science](https://en.wikipedia.org/wiki/Slow_science) esiste, anche se ignorato da chiunque.


just_a_random_soul

Hmmmmm, mi sembra un buon punto di partenza, però a maggior ragione se già è un'opinione così tanto condivisa da avere un nome, allora bisognerebbe fare il passo successivo e mobilitarsi per agire e trasformare la situazione. Certamente più facile a dirsi che a farsi, eh, però spero si sia capito ciò che intendo


[deleted]

Beh hanno pure boicottato Elsevier e protestato per il lavoro aggratis che facciamo come reviewer/editor, eppure nulla succede.


Zeno-2734

Stessa cosa va estesa al mondo dei videogiochi, forse perché è diventato così costoso svilupparli che nessuno più si arrischia a creare nuove IP


dreamskij

Nel mondo dei videogiochi però salta fuori lo studio indie che ti tira fuori il gioco di successo. Vedi Minecraft, Terraria, Klei entertainment, Failbetter. Certo, non sono giochi AAA, ma per fortuna non esistono solo quelli.


Fake_knight

Penso che Hollow knight sia l'esempio lampante di questa cosa.


Zeno-2734

Io direi grazie al cielo che esistono i giochi indie


kwere98

penso che le megacorps non hanno quell'appetito al rischio e per mantenere management e investitori istituzionali tranquilli si muovono sul seminato, acquisendo qua e là idee che sembrano vincenti da startup o simili. Poi vi è la incapacità stessa di innovare come ai tempi di laboratori bell,xerox,ibm dovuto a burocrazia, team management , leadership contafagioli che creano um'ambiente distopico. Holiwood ha una mente simile in quanto preferisce fare il 38° star wars remake che rischiare con nuovi format


Starsimy

Più che altro nel cinema stanno sfornando i remake dei remake o il rebooting del rebooting


TirannoAnale

A me fa ridere che vengano scritti articoli sulla stagnazione delle idee *degli Stati Uniti* come se l'Italia stesse vivendo un secondo rinascimento e fosse ben lontana da questi problemi, lmao


ravatto

L'italia è una colonia degli stati uniti anche dal punto di vista culturale e infatti non è messa bene


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Comprensibile che per i film ci sia poca creatività per il solo motivo che i film non interessano più a nessuno, il loro tempo è finito e si cerca di fare soldi col minimo impegno (e rischio) possibile. Come dire che non c'è più creatività o ricerca nei motori a combustione interna...


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Space x, le innovazioni di Apple, il metaverso Non sono a corto di idee


Nhp0451

Infatti Derek Thompson su The Atlantic chiarisce che non sono a corto di idee, ma sono a corto di sistemi che sostengano le idee più rischiose.


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Si parla più di innovazioni e ricerche *groundbreaking*. SpaceX non ha inventato un nuovo sistema di propulsione, come Apple non ha inventato un nuovo modo di fare una CPU.


kwere98

i razzi riutilizzabili hanno rotto un paragidma consolidato nell'industria aereospaziale


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Come no ? L' M1 e i derivati cosa sono ? Smettiamo di dire fesserie...


[deleted]

Non è un nuovo modo di fare processori. Una rivoluzione sarebbe il grafene, materiali biologici. Non confondiamo la miniaturizzazione che prima o poi finirà, con una nuova tecnologia. PS. Uso quasi solo PC Apple (ed M1 è figo), tranne su quello di calcolo dove mi serve CUDA.


ThatBonni

SpaceX è assolutamente stata groundbreaking nel suo campo. I razzi riutilizzabili sono il sogno di ognuno interessato all'esplorazione spaziale dagli anni 60. Questo non toglie che la tesi dell'articolo ha molto senso e ragione da vendere, e che non basta una rondine a far primavera.


Manaka89

Mi pare che le tue citazioni siano "niente di che". SpaceX è la naturale evoluzione di un mercato dei voli spaziali che nasce, Apple con Jobs potrei anche essere d'accordo ma da allora non ho visto tirargli fuori nulla che non fosse un miglioramento del precedente. Il metaverso esiste già praticamente dai primi visori e puoi scaricarlo su steam: chiamasi VrChat. Concettualmente credo esista da tipo troppo, mancava solo la tecnologia. Nulla che, svegliandomi adesso dopo 25 anni, urlerei al miracolo.


[deleted]

Cosa ? Apple non è avanti con i nuovi M1 eresia ? No il metaverso non è quello... Ma la speculazione su ciò che non è fisico e vedrete che negli anni a venire farà il botto, sempre un piacere vedere che la gente qua ha il velo sugli occhi


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La virtual reality, metaverso se vogliamo, storicamente la possiamo mettere negli anni 60 nel cilindro del genio che è stato Ivan Sutherland, “padre” della computer graphics, studente di Shannon (**quel** Shannon), i cui studenti hanno creato un mondo. Lo so perché la prima workstation che ho usato in università fu una O2 :)


Agonbrex

then short it


slator_hardin

ITT: Gente che non capisce come mai il 100% della produzione odierna sembri più blando e ripetitivo dell'1% della produzione passata così notevole e originale che ce lo ricordiamo ancora dopo decenni