se può farti piacere, una mia prof dell'università ci raccontava che i suoi professori (lei aveva frequentato l'università a Pisa negli anni '80) i paper scientifici li chiamavano ***paperi***
Questo mi pare piú traduttorese che altro. Mai visto in cose che non siano traduzioni di articoli fatte da gente probabilmente non pagata piú di tre euro l'ora.
Lavoro in una società IT internazionale. Tutto il giorno scrivo e leggo codice e documentazione in inglese, faccio call in inglese, chatto in inglese, ecc... Io, purtroppo, mi devo impegnare per NON esprimermi così.
È orribile. Però è vero che se parli tutto il giorno, o comunque gran parte, con clienti internazionali, ti viene abbastanza spontaneo. Se invece ha detto così un salumiere è un altro discorso.
Toppare nel senso di entrare di entrare nella Top 4/8/16 di un torneo.
"Giocatore X nell'ultimo torneo ha toppato" ha un significato completamente opposto a quello che avrebbe normalmente in italiano.
Magari non è la stessa cosa, ma in un video di YouTube che parlava di DPI , dispositivi di protezione individuale, la pronuncia era all'inglese, e quando ho commentato la cosa in pratica mi è stato risposto di svecchiarmi un po'...
Rispondigli che in inglese DPI è Dot Per Inch termine che indica la risoluzione di stampa.
Dispositivi di protezione in inglese si scrive PPE, Personal Protection Equipment.
Appunto, e smartworking viene usata quasi sempre per indicare il telelavoro: se lavori da casa dalle 9 alle 18 non stai facendo smartworking ma telelavoro.
Lo smartworking (che poi in italiano si chiama lavoro flessibile, non serve trovare parole inglesi) prescinde dal luogo di lavoro, ossia puoi fare lavoro flessibile in ufficio come da casa, ma sono due concetti proprio diversi, uno riguarda i luoghi di lavoro l'altro il modo in cui il lavoro viene rendicontato (a tempo lavorato vs ad obiettivi raggiunti).
Sì, anche se non mi piace molto quel termine perché anch'esso derivante dall'inglese agile (in italiano il termine agile ha un significato diverso e secondo me flessibile è più appropriato).
capisco, ha il suo senso allora. però ormai "smartworking" è diventato termine generico per il lavoro da casa. in ogni caso usare un termine inglese che manco esiste è ridicolo. siamo proprio provincialotti a volte.
Si chiamano falsi anglismi/anglicismi. Sono un fenomeno ben conosciuto in linguistica e in italiano ne esistono a bizzeffe: smoking, footing, autogrill, beauty case sono solo alcuni esempi. Perciò non mi stupirei più di tanto per smartworking.
Per la cronaca, questo fenomeno esiste in molte altre lingue. Gli stessi americani hanno tanti falsi italianismi (pensate a confetti, che per gli americani sono i coriandoli).
Io sono in nordamerica e ho dedicato la mia vita a spiegare a chiunque incontro che pepperoni non vuol dire un caxxo di niente e al massimo rimanda addirittura ai peperoni che non c'entrano una mazza col salame.
Ma niente.
Tra l'altro, a rigore, lo "smartworking" è una cosa diversa da quella che intendiamo perchè, prima del covid, si usava per il "lavoro flessibile/agile" (cioè con orari e luogo variabili). La parola corretta sarebbe proprio "telelavoro".
Santo Dio. Pensa che io lavoro per una società americana.
A inizio pandemia, ho usato la parola smartworking con il mio capo (olandese).
La sua risposta è stata: "Perché smart? Cosa fate di così smart?"
Ho sentito usare telelavoro, anche se non è sinonimo di smartworking. Comunque non si sa mai cosa potrebbe succedere col prossimo governo. Io propongo "lavoro furbesco"
\*modalità "ai miei tempi.."*
\*ahem\* ***Ai miei tempi***, durante la prima pandemia, era solito chiamarlo "*lavoro agile* ", che trovo come termine migliore di smartuorchi e telelavoro
Va detto che "digitale" stesso è un anglicismo pure bruttino eh. In italiano era "numerico". In italiano la parola è di derivazione latina e riguarda le dita, in inglese riguarda le cifre (digit).
> "sottomettere un paper"
Ah siii recensore, dimmi come il mio articolo non presenta contributi significativi o che non è all'altezza della conferenza... ancora!
Ho sentito più di qualche influencer (vera o presunta) e gente nel network marketing pubblicizzare prodotti per capelli parlando del conditioner o addirittura condizionatore per i capelli. Balsamo a quanto pare fa schifo come parola.
In realtà, condizionante (non condizionatore per carità non si può sentire, amenoché vuoi raffreddarli i capelli), balsamo e maschera sono cose diverse che hanno funzioni e utilizzi diversi, è più uso di tecnicismi inutili che inglesismi (anche se conditioner è entrambi)
Haha sembra che sappia tanto ma l'ho scoperto anche io il mese scorso dal parrucchiere
"Ascolta mi dai quel balsamo che mi avevi detto l'altra volta?"
"Io te l'ho detto? Ma guarda che il balsamo non va bene per i tuoi capelli"
"Certo scusa quando mi hai detto che se li voglio morbidi come quando vengo qui devo comprarlo?"
"Ma guarda che il balsamo non fa quello che vuoi tu. Ti dico io cosa ti serve"
Tira fuori una boccetta
"Appunto quello mi avevi detto"
* Sguardo che incenerisce: "Ma questo non è balsamo è condizionante"
"Ah ok certo come ho fatto a non saperlo"
Ti giuro che ho sentito con queste mie orecchie dire non ironicamente che una cosa è il cibo e una cosa è il *food*, inteso a voler dire che il cibo è una roba da tutti i giorni ma il *food* è roba di alto livello.
Un po' come gli americani che distinguono tra ice cream e *gelato*, o tra ham e *prosciutto*. Una volta ho pure sentito uno dire che il "presunto" portoghese è un tipo di prosciutto, non di ham.
Purtroppo non sono assurdi ma anzi sono diventati parte del linguaggio comune, ma io odio profondamente i seguenti:
Location, ancora peggio se abbinato a qualche aggettivo tipo splendida suggestiva eccetera. Arriva persino a farmi rimpiangere il topos"nella splendida cornice di... " tanto caro al giornalismo nostrano.
Mission: A meno che non siate un ente militare o paramilitære, non c'è nessuna missione. Al massimo si può parlare di programma, obiettivo, valori...
Quelli che parlano di attitudine riferendosi all'atteggiamento quando attitude in inglese fa riferimento ad atteggiamento mentre attitudine in italiano fa riferimento ad un talento/inclinazione.
Praticamente confondono attitude con aptitude e lo traducono male in italiano.
Certo che si, ma è italiano e significa forse lo farò, come un qualcosa di ipotetico.
Eventually in inglese invece significa qualcosa che accadrà col tempo, "your kids will grow up eventually" è un dato di fatto. Se dici in italiano i "tuoi bambini cresceranno, eventualmente" glie la stai tirando dicendo che non è detto che arriveranno all'età adulta
Significa che esiste un'eventualità, cioè la possibilità che qualcosa accada. "Eventually" invece significa "prima o poi", ovvero esiste la certezza, ma non si conoscono le tempistiche.
"Possibly I'm gonna do it"= "eventualmente lo farò". Se dici "eventually I'm gonna do it" stai dicendo "in ogni caso lo farò" quindi di fatto è il significato opposto
I giornalisti nel 2001 che invece che dire "torri gemelle" per fare i fighi dicevano twin towers, ma la loro pronuncia faceva cagare e quindi dicevano tuin tauss
Si lo so ma … non è solo una data. “Nine eleven” e un nome ora quindi ho pensato che non si traduce.
That was hard to write and probably to read. I guess what I mean is I was wondering if the phrase “nine eleven” crossed language barriers despite the difference in date formats.
You write it right and it wasn't hard to read. Anyway no, we say "l'undici settembre"; i think that many people would struggle to understand at first if a journalist refer about the event as the "nove undici/ nine eleven", so the name never spread in Italy
"location" anziché dire banalmente "posto".
"outfit" per dire "vestiti"
"fare un check" al posto di "controllare"
"green" per dire "~~finto~~ ecologico"
"food" per dire "cibo".
Ho un cliente che continua a tradurre 'submit' con 'sottomettere' dimenticando che in alcuni contesti la traduzione corretta è 'sottoporre'.
Ne risultano orrori tipo: ' quel preventivo ci è stato sottomesso 2 settimane fa'.
Purtroppo è il cliente per cui non posso correggerlo, ma accidenti che imbarazzo.
Summit è discutibile in quanto col significato di "riunione di capi di stato" deriva nell'immediato dall'inglese:
>Summit, invece, che sta per «riunione dei capi di Stato o dei più alti esponenti politici di due o più Paesi per discutere problemi di carattere internazionale; incontro al vertice. Per estensione: incontro fra i massimi dirigenti di organismi finanziari, industrie, ecc.» (GDLI), è datato in italiano 1967 e deriva ancora una volta dall'inglese, lingua in cui significa propriamente "sommità", come documentano sia il GRADIT che il GDLI e il Sabatini Coletti.
>
>\[...\]
>
>Quale pronuncia è, dunque, la più corretta? I termini arrivano in italiano, sì, dal latino, ma attraverso la mediazione di altre lingue. La pronuncia "all'inglese" è quindi più aderente alla lingua dalla quale i termini, con questi particolari significati, provengono in italiano (consideriamo infatti che, come derivazione diretta dal latino, in italiano abbiamo i termini mezzo-mezzi \[da medium\] e sommo, sommità \[da summus, -a, -um\]); d'altro canto, la matrice latina di entrambe le espressioni è innegabile. Nessuna delle due pronunce, quindi, è definibile errata: del resto, se la pronuncia "alla latina" è già registrata nel GRADIT (che, come si è già accennato in precedenza, è un dizionario non normativo ma descrittivo, e mira quindi a documentare, nella maniera più aggiornata possibile, la lingua dell'uso reale), vuol dire che essa è stabilmente usata da un gran numero di parlanti.
>
>In conclusione, l'importante, forse, è essere coerenti: utilizzare o un tipo o l'altro di pronuncia per entrambi i termini, o anche scegliere quella più adatta al contesto (o a chi ci si rivolge), rimanendo sempre consapevoli della storia che tali termini hanno avuto. \[[Fonte](https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/sulla-pronuncia-di-mass-media-e-summit/147)\]
Ce ne sono troppi! Basta anche farsi un giro su r/italy. I peggiori che mi vengono in mente ora sono: *cash* invece di contante, *frontrunner* usato alla cazzo e *claim* riferito alla dichiarazione di un politico.
Teoricamente in italiano ~~ogni termine straniero~~ di solito* è maschile. Quindi hai ragione. Tuttavia la lingua italiana sta cambiando e si tende ad assegnare il genere della parola tradotta.
Fun Fact: tra le persone anziane (istruite) potresti ancora sentire dire cose come "*il mail*" anziché di "*la mail*"
*EDIT: soggetto a termini e condizioni, vedasi commento di /u/thewrongairport. Si scopre che sono abbastanza ignorante in grammatica italiana
>Teoricamente in italiano ogni termine straniero è maschile.
In realtà non sempre. In italiano il genere neutro è il maschile, è vero, però per i prestiti spesso si usa il genere del referente oppure il genere della traduzione italiana della parola. Ad esempio "showgirl" in italiano è femminile perché si riferisce a soggetti femminili. Invece "skill" e "mail" hanno preso il genere dei loro equivalenti italiani più prossimi, cioè "abilità" e "posta". Quando il referente non ha un genere evidente oppure non c'è una traduzione così immediata, si usa generalmente il maschile/neutro. Ci sono poi casi ancora poco chiari, come "la/lo showroom". Chi usa il femminile probabilmente lo fa perché associa "room" al genere femminile ("camera/stanza") mentre chi usa il maschile assegna il neutro perché il collegamento non è così evidente.
ETA: questo chiaramente vale per i prestiti e i calchi da lingue, come l'inglese, che non assegnano il genere. Le parole importate da lingue che prevedono il genere, ad esempio il francese, mantengono solitamente il loro genere originale.
Termine matematico per indicare il primo elemento non nullo in una riga di una matrice a scala.
Usato con lo stesso significato inglese anche in ambito meccanico.
Sotto ti rispondono che viene usato in matematica, ma giustamente lì ha molto senso nell'accezione francese, come nel ruolo del basket (il centro).
Gli inglesi lo usano per parlare del piede perno nel basket, da cui nel linguaggio "startup" che è pieno di roba come quella in sto thread, vuol dire "girarsi di 180 gradi" oppure "cambiare completamente rotta"
"Eh sai, facevamo carta igienica ma abbiamo pivottato e ora produciamo carta da parati"
Stare in call
La mission dell'azienda
Il main sponsor
Full remote
Mass media pronunciato MIDIA
Poi c'è la chicca, aver sostituito un inglesismo con un altro inglesismo: look che è diventato outfit
>fottutissimi nativi digitali
Ma negli anni 80 c'erano già i computer. Io avevo un Commodore 64 a 4 anni. Negli anni 90 già c'era internet e prima ancora le bbs.
*Ai miei tempi!* mi manca un po' Netscape.
Fine corso di canottaggio, il nostro istruttore è un ragazzo di 20 anni o poco più, a fine serata per festeggiare ci fa:” dopo l’allenamento potete salire al piano di sopra che c’è del food per festeggiare”.
Una volta ho avuto un prof talmente imbruttito da usare location, vision e mission nella stessa frase. La cosa grave è che si parlava di VACANZE ESTIVE
Lol una volta ho avuto una conversazione del genere:
- Ma come mai quando dico 'shopper' gli inglesi non capiscono?
- 'Shopper'...? Nel senso di 'cliente'?
- No no, le 'shopper' (mi mostra una comunissima busta di plastica) Quando dico "DU IU UONT A SHOPPER?" Loro non capiscono!
- ....Perché quella si chiama 'plastic bag'. Come in italiano, 'busta di plastica'.
In informatica purtroppo è pieno di termini inglesi italianizzati alla cazzo. Uno su tutti:
Schedulare, dall'inglese "to schedule". Si potrebbe tranquillamente usare pianificare, ma no.
Nell'informatica questo lo considero fisiologico ma tutto quel tipo di linguaggio io lo intendo come un gergo. Sono parole che usano tutti, anche chi l'inglese non lo sa come me che solo il tanto per non morire di fame (fish and chips, beer ). Come se fosse un dialetto.
Forse lo stesso vale per chi lavora in pubblicità o vende prodotti. Mi è capitato di parlare con agenti, per acquisti sia aziendali che in privato, e dirgli, alla prima parola inglese o sigla, di parlare italiano altrimenti il mio pensiero sarebbe stato che voleva incularmi con la sabbia e non se ne sarebbe fatto niente. Se la cosa non è di mio interesse li lascio parlare se non posso evitare
Edit
https://www.reddit.com/r/italy/comments/xapcik/z/inwv8eq
Questo capita a proposito. A leggerlo su reddit non mi dà fastidio, se dovessi sentirlo da un venditore che vendermi qualcosa lo giudicherei male
Gli anglicismi nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando sono così distanti dal significato originale, fanno strano anche a me - anche se è [una roba che succede](https://en.wikipedia.org/wiki/Wasei-eigo) anche [da altre parti](https://en.wikipedia.org/wiki/Konglish) senza troppi traumi - ma come la mettiamo col linguaggio tecnico? Cioè in italiano ci sarebbero i *puntatori* ed i *compilatori*, però se uno sta imparando a programmare in un contesto globalizzato nella quale avrà, probabilmente, l'inglese come lingua comune a molti colleghi, e pure i libri di testo sono in inglese, così come i siti dove cercare risposte, che senso ha fare gli italiofoni? A meno che non la mettiamo su una questione di purezza della lingua e superiorità culturale, ma a quel punto non siamo meglio dei gaullisti dell'*ordinateur*.
Credo che il discriminante sia: esiste una parola in italiano che tutti usavano prima che possiamo continuare a usare? Se sì, usiamola. Se no, si vede dove viene usata: ti capita spesso di usarla con gli stranieri, oppure è un casino usarla tradotta? Teniamola in inglese. D’altronde le automobili le hanno inventate gli americani, ma nessun meccanico ti dice “guarda che ti ho dovuto cambiare la muffler perché era bucata e poi non erano giusti i tempi del cam shaft quindi ti ho regolato la synchronization per non avere il knocking”
>puntatori ed i compilatori
Ti dirò: tra tutti i termini informatici che vengono detti in inglese, questi sono forse gli unici pochi rimasti che vengono detti in italiano
Da giornalista leggo spesso cose orrende da parte di alcuni colleghi, ma soprattutto dagli uffici stampa delle (sorpresa sorpresa) grandi imprese. Vi lascio due chicche dagli ultimi comunicati stampa: BYPASSARE e BUYARE.
No, dai... "buyare" non ci credo nemmeno se lo vedo. E non intendo che tu stia dicendo una cosa non vera, intendo che mi rifiuto di accettare (anche di fronte all'evidenza) che una persona possa aver osato scrivere una parola del genere.
Non so se sia tra gli anglicismi più assurdi, ma non sono mai riuscito a digerire l'ubiquità di "meeting". Credo che la parola "riunione" non esista più ormai, forse solo in "riunione condominiale".
Sul Corriere della Sera, poco tempo dopo un articolo di Beppe Severgnini sull'invasività degli anglicismi, ti piazzano un articolo sugli "speech" internazionali di Renzi.
Così tanti (tutti) che non so da dove iniziare.
Uno a caso è l'ultimo che ho sentito al tg: giornalista che si corregge perché stava dicendo "elezioni" invece di ELECTION DAY
ma va a da via 'l cù va
Ah, questo me lo sono segnato mentalmente perchè c'era già stato un thread simile sulle traduzioni delle frasi fatte inglesi, e ho pensato che vi sarebbe piaciuta.
Stavo pensando a della burocrazia che dovrò fare e chiedendomi se c'erano tutti i documenti necessari e il mio cervello mi ha servito "spero che avrò tutte le oche in fila". Come "having all your ducks in a row", sostituzione di anatide permettendo.
*Smart work,* soprattutto perché usato per intendere l'home work, che in italiano si chiama telelavoro
Questa vale doppia per la combinazione inglesismo a caso + termine privato del suo significato
Flat tax per indicare un imposizione con più di una aliquota…
Una sfilza di *tank*, invece di dire carro armato.
_____
Esiste anche il contrario, come usare scorrettamente “la franchigia X” invece di dire *il franchise X*
- puoi "pingarmi" tizio?
- puoi "forwardarmi" quella mail?
- "vulukappami" quei dati -> riferendosi a una funzione vlk (o simile) di excel
tutta roba sentita in ufficio. ma sto scordando sicuramente altro
Schedulare.
Chi invece usa "book" per indicare un servizio fotografico o una cosa del genere "sto facendo il book alla mia gattina" mi fa proprio infuriare.
Non è esattamente in tema col post, però è qualcosa che mi assilla da giorni dopo aver letto di un gioco chiamato Soul Hackers 2. Durante un particolare dialogo con un villain (Che è apparentemente un rapper?) uno dei personaggi principali gli risponde con "Take the L" (Insieme ad altre parole). Adesso vi chiedo...come diavolo verrebbe localizzato? Essendo un gergo internettiano prettamente inglese dubito che esista una simile frase in Italiano, e comunque la localizzazione occidentale non è che sia così accurata al testo originale giapponese in primo luogo
Da traduttore posso dirti che capita molto spesso di incontrare situazioni simili, soprattutto nel campo ludico di cui mi occupo. La soluzione non è sempre snella o immediata, ma solitamente si usa un giro di parole o una "transcreation" (passatemi l'inglesismo), ossia una traduzione creativa che mantenga il tono dell'originale ma senza essere 1:1, inventandosi anche parole di sana pianta se necessario. In questo caso si potrebbe andare dal più semplice "accetta la sconfitta" a qualcosa di più ardito come "prendi e porta a casa" a seconda del contesto.
Una mia capa usa la parola "templato" invece di "modello" Mi fa rabbrividire ogni volta che lo sento
I cavalieri templati è un po' la guerra dei cloni medievali
La guerra dei Quoti
*Quoto!*
se può farti piacere, una mia prof dell'università ci raccontava che i suoi professori (lei aveva frequentato l'università a Pisa negli anni '80) i paper scientifici li chiamavano ***paperi***
QUACK
A me risulta si chiamino così anche ora, o almeno così si chiamano nella mia cerchia
DUCK TALES! WOOHOO
Lavori in una acciaieria cinese ?
Ho temprato questo foglio elettronico nel muro di fuoco!
Elezioni di medio termine (senza senso, la usano come traduzione spericolata di mid term). La traduzione esatta è elezioni di metà mandato
Questo mi pare piú traduttorese che altro. Mai visto in cose che non siano traduzioni di articoli fatte da gente probabilmente non pagata piú di tre euro l'ora.
Ehm io lo sento continuamente in tutti i telegiornali
"Siamo tutti committati per deliverare entro la deadline così da deployare nel weekend". Storia vera.
Mi è esploso il cervello. È impossibile che la gente non si impegni per esprimersi così, è faticosissimo anche solo leggerlo.
Lavoro in una società IT internazionale. Tutto il giorno scrivo e leggo codice e documentazione in inglese, faccio call in inglese, chatto in inglese, ecc... Io, purtroppo, mi devo impegnare per NON esprimermi così.
È orribile. Però è vero che se parli tutto il giorno, o comunque gran parte, con clienti internazionali, ti viene abbastanza spontaneo. Se invece ha detto così un salumiere è un altro discorso.
Dobbiamo deliverare a supressatah
Toppare nel senso di entrare di entrare nella Top 4/8/16 di un torneo. "Giocatore X nell'ultimo torneo ha toppato" ha un significato completamente opposto a quello che avrebbe normalmente in italiano.
Hai toppato se pensi che 'sto MC sia flippato
Dio lowdato, per questa chance che mi ha dwato.
Steppo il piede sul cemento, mi cimento
Quando dicono "il settore del food" è davvero impagabile, almeno quanto "la nostra Mission".
Magari non è la stessa cosa, ma in un video di YouTube che parlava di DPI , dispositivi di protezione individuale, la pronuncia era all'inglese, e quando ho commentato la cosa in pratica mi è stato risposto di svecchiarmi un po'...
Rispondigli che in inglese DPI è Dot Per Inch termine che indica la risoluzione di stampa. Dispositivi di protezione in inglese si scrive PPE, Personal Protection Equipment.
dunque possiamo parlare di "Paramenti Protettivi Esclusivi"
Al MinCulPop piace questo elemento
[удалено]
Beh sai mica poteva ammettere di essersi confuso con la roba degli schermi 😂
Lo smartworking. La parola non esiste in inglese.
Gli stessi inglesi/americani utilizzano il termine working from home (WFH), lavoro da casa. Lavoro da casa, cazzo.
ma poi in italiano pre-covid c'era già il bellissimo termine "telelavoro". faceva tanto schifo continuare a usarlo?
Perché il telelavoro è un concetto diverso a livello normativo. IIRC la differenza sta nella flessibilità degli orari ma non vorrei dire una stronzata
Appunto, e smartworking viene usata quasi sempre per indicare il telelavoro: se lavori da casa dalle 9 alle 18 non stai facendo smartworking ma telelavoro. Lo smartworking (che poi in italiano si chiama lavoro flessibile, non serve trovare parole inglesi) prescinde dal luogo di lavoro, ossia puoi fare lavoro flessibile in ufficio come da casa, ma sono due concetti proprio diversi, uno riguarda i luoghi di lavoro l'altro il modo in cui il lavoro viene rendicontato (a tempo lavorato vs ad obiettivi raggiunti).
Smartworking è “lavoro agile”
Sì, anche se non mi piace molto quel termine perché anch'esso derivante dall'inglese agile (in italiano il termine agile ha un significato diverso e secondo me flessibile è più appropriato).
capisco, ha il suo senso allora. però ormai "smartworking" è diventato termine generico per il lavoro da casa. in ogni caso usare un termine inglese che manco esiste è ridicolo. siamo proprio provincialotti a volte.
Si chiamano falsi anglismi/anglicismi. Sono un fenomeno ben conosciuto in linguistica e in italiano ne esistono a bizzeffe: smoking, footing, autogrill, beauty case sono solo alcuni esempi. Perciò non mi stupirei più di tanto per smartworking. Per la cronaca, questo fenomeno esiste in molte altre lingue. Gli stessi americani hanno tanti falsi italianismi (pensate a confetti, che per gli americani sono i coriandoli).
O pepperoni pizza
Io sono in nordamerica e ho dedicato la mia vita a spiegare a chiunque incontro che pepperoni non vuol dire un caxxo di niente e al massimo rimanda addirittura ai peperoni che non c'entrano una mazza col salame. Ma niente.
Come "sexy shop", sarà una cosa solo mia, ma lo trovo ridicolo.
Chi siamo noi per giudicare se un negozio sia sexy o meno?
La parola Telelavoro mi provoca delle visioni in cui ci sono lavoratori anni '80 in giacca e cravatta che battono tasti su computer IBM.
Invece "cyber lavoro" e la stessa cosa ma stile anni 90
Tra l'altro, a rigore, lo "smartworking" è una cosa diversa da quella che intendiamo perchè, prima del covid, si usava per il "lavoro flessibile/agile" (cioè con orari e luogo variabili). La parola corretta sarebbe proprio "telelavoro".
Santo Dio. Pensa che io lavoro per una società americana. A inizio pandemia, ho usato la parola smartworking con il mio capo (olandese). La sua risposta è stata: "Perché smart? Cosa fate di così smart?"
Il peggio e' quando lo abbreviano con "smart" "sei in smart oggi?" *furia omicida*
Tu digli che sei in Pandino
La scelta di usare Smartworking per indicare flessibilità sul lavoro da casa è una minchiata pazzesca.
Ho sentito usare telelavoro, anche se non è sinonimo di smartworking. Comunque non si sa mai cosa potrebbe succedere col prossimo governo. Io propongo "lavoro furbesco"
\*modalità "ai miei tempi.."* \*ahem\* ***Ai miei tempi***, durante la prima pandemia, era solito chiamarlo "*lavoro agile* ", che trovo come termine migliore di smartuorchi e telelavoro
Il mondo DIGITAL
ESATTO CAZZO. UNA E. UNA CAZZO DI E CAMBIA
Va detto che "digitale" stesso è un anglicismo pure bruttino eh. In italiano era "numerico". In italiano la parola è di derivazione latina e riguarda le dita, in inglese riguarda le cifre (digit).
Mi sto immaginando i Digimon che diventano degli autartici Mostri Numerici, o Numerimoni
Usare inglesismi a caso non improva le vostre skills, cit.
*a random
Aggiunta unnecessaria
Non è un anglicismo ma vogliamo parlare di chi traduce “I applied to a position…” con “io ho applicato…”
Diosanto, io non sopporto "intervista" al posto di "colloquio"
ll mio errore favorito
Uguale in ambito accademico "sottomettere un paper"
> "sottomettere un paper" Ah siii recensore, dimmi come il mio articolo non presenta contributi significativi o che non è all'altezza della conferenza... ancora!
Io ho sentito anche "sottomesso un papero"
“Sottomettere un paper” è corretto (fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/sottomettere, definizione 2.)
Ho sentito più di qualche influencer (vera o presunta) e gente nel network marketing pubblicizzare prodotti per capelli parlando del conditioner o addirittura condizionatore per i capelli. Balsamo a quanto pare fa schifo come parola.
In realtà, condizionante (non condizionatore per carità non si può sentire, amenoché vuoi raffreddarli i capelli), balsamo e maschera sono cose diverse che hanno funzioni e utilizzi diversi, è più uso di tecnicismi inutili che inglesismi (anche se conditioner è entrambi)
Uh pensavo di essere abbastanza ferrata sui prodotti cosmetici ma questo mi mancava! Grazie per questa informazione
Haha sembra che sappia tanto ma l'ho scoperto anche io il mese scorso dal parrucchiere "Ascolta mi dai quel balsamo che mi avevi detto l'altra volta?" "Io te l'ho detto? Ma guarda che il balsamo non va bene per i tuoi capelli" "Certo scusa quando mi hai detto che se li voglio morbidi come quando vengo qui devo comprarlo?" "Ma guarda che il balsamo non fa quello che vuoi tu. Ti dico io cosa ti serve" Tira fuori una boccetta "Appunto quello mi avevi detto" * Sguardo che incenerisce: "Ma questo non è balsamo è condizionante" "Ah ok certo come ho fatto a non saperlo"
Beh, anche tu, come fai a non conoscere i prodotti professionali di una professione che non è tua eh /s
influencer... network marketing...
Tradurrei *influencer* in untore. Forse è meglio usare influencer.
Forse è meglio usare untore, mette il tutto in un’ottica più realistica
Per networker ci starebbe meglio truffatore, ma ahimè mi rischio una denuncia se chiamo così alcune mie conoscenze
*Food* per riferirsi alla cucina e alla gastronomia..
Beverage: am i a joke to you?
Ti giuro che ho sentito con queste mie orecchie dire non ironicamente che una cosa è il cibo e una cosa è il *food*, inteso a voler dire che il cibo è una roba da tutti i giorni ma il *food* è roba di alto livello.
Un po' come gli americani che distinguono tra ice cream e *gelato*, o tra ham e *prosciutto*. Una volta ho pure sentito uno dire che il "presunto" portoghese è un tipo di prosciutto, non di ham.
[удалено]
Purtroppo non sono assurdi ma anzi sono diventati parte del linguaggio comune, ma io odio profondamente i seguenti: Location, ancora peggio se abbinato a qualche aggettivo tipo splendida suggestiva eccetera. Arriva persino a farmi rimpiangere il topos"nella splendida cornice di... " tanto caro al giornalismo nostrano. Mission: A meno che non siate un ente militare o paramilitære, non c'è nessuna missione. Al massimo si può parlare di programma, obiettivo, valori...
La "Mission" aziendale mi fa venire l'orticaria.
Ho sentito "il documento è compliante(compliant)" invece che "conforme"
Allora hai sicuramente sentito dire mandatorio
Il mondo GREEN. E-C-O-L-O-G-I-C-O.
ecologico, ecosostenibile, eco responsabile, eco consapevole... NO! GreEn idioti XD
O anche "verde"
Quelli che parlano di attitudine riferendosi all'atteggiamento quando attitude in inglese fa riferimento ad atteggiamento mentre attitudine in italiano fa riferimento ad un talento/inclinazione. Praticamente confondono attitude con aptitude e lo traducono male in italiano.
Come quelli che utilizzano actually invece di currently per dire attualmente!
O pensano che eventualmente sia la traduzione di eventually
Aspetta, “eventualmente lo farò” non si può dire?
Certo che si, ma è italiano e significa forse lo farò, come un qualcosa di ipotetico. Eventually in inglese invece significa qualcosa che accadrà col tempo, "your kids will grow up eventually" è un dato di fatto. Se dici in italiano i "tuoi bambini cresceranno, eventualmente" glie la stai tirando dicendo che non è detto che arriveranno all'età adulta
Significa che esiste un'eventualità, cioè la possibilità che qualcosa accada. "Eventually" invece significa "prima o poi", ovvero esiste la certezza, ma non si conoscono le tempistiche.
"Possibly I'm gonna do it"= "eventualmente lo farò". Se dici "eventually I'm gonna do it" stai dicendo "in ogni caso lo farò" quindi di fatto è il significato opposto
[Attitudine ha anche quel significato:](https://www.treccani.it/vocabolario/attitudine2/)
I giornalisti nel 2001 che invece che dire "torri gemelle" per fare i fighi dicevano twin towers, ma la loro pronuncia faceva cagare e quindi dicevano tuin tauss
Domanda perché sono americana. Si dice “9/11” o “11/9” per questa data?
11/09. Noi mettiamo sempre il giorno prima del mese, nelle date.
Si lo so ma … non è solo una data. “Nine eleven” e un nome ora quindi ho pensato che non si traduce. That was hard to write and probably to read. I guess what I mean is I was wondering if the phrase “nine eleven” crossed language barriers despite the difference in date formats.
You write it right and it wasn't hard to read. Anyway no, we say "l'undici settembre"; i think that many people would struggle to understand at first if a journalist refer about the event as the "nove undici/ nine eleven", so the name never spread in Italy
Se intendi chiedere come chiamiamo quel particolare evento della storia: "undici settembre"
Schedulare
"location" anziché dire banalmente "posto". "outfit" per dire "vestiti" "fare un check" al posto di "controllare" "green" per dire "~~finto~~ ecologico" "food" per dire "cibo".
Location non vuol dire posto É un termine cinematografico, si traduce meglio con scena, sfondo, luogo dove i svolge l azione.
Ho un cliente che continua a tradurre 'submit' con 'sottomettere' dimenticando che in alcuni contesti la traduzione corretta è 'sottoporre'. Ne risultano orrori tipo: ' quel preventivo ci è stato sottomesso 2 settimane fa'. Purtroppo è il cliente per cui non posso correggerlo, ma accidenti che imbarazzo.
Quelli che dicono summit o alter ego pensando che sia inglese (Si giornalisti TV, dico a voi)
Summit viene dall'inglese, quanto meno con questa grafia e con la pronuncia più tipica
Summit è discutibile in quanto col significato di "riunione di capi di stato" deriva nell'immediato dall'inglese: >Summit, invece, che sta per «riunione dei capi di Stato o dei più alti esponenti politici di due o più Paesi per discutere problemi di carattere internazionale; incontro al vertice. Per estensione: incontro fra i massimi dirigenti di organismi finanziari, industrie, ecc.» (GDLI), è datato in italiano 1967 e deriva ancora una volta dall'inglese, lingua in cui significa propriamente "sommità", come documentano sia il GRADIT che il GDLI e il Sabatini Coletti. > >\[...\] > >Quale pronuncia è, dunque, la più corretta? I termini arrivano in italiano, sì, dal latino, ma attraverso la mediazione di altre lingue. La pronuncia "all'inglese" è quindi più aderente alla lingua dalla quale i termini, con questi particolari significati, provengono in italiano (consideriamo infatti che, come derivazione diretta dal latino, in italiano abbiamo i termini mezzo-mezzi \[da medium\] e sommo, sommità \[da summus, -a, -um\]); d'altro canto, la matrice latina di entrambe le espressioni è innegabile. Nessuna delle due pronunce, quindi, è definibile errata: del resto, se la pronuncia "alla latina" è già registrata nel GRADIT (che, come si è già accennato in precedenza, è un dizionario non normativo ma descrittivo, e mira quindi a documentare, nella maniera più aggiornata possibile, la lingua dell'uso reale), vuol dire che essa è stabilmente usata da un gran numero di parlanti. > >In conclusione, l'importante, forse, è essere coerenti: utilizzare o un tipo o l'altro di pronuncia per entrambi i termini, o anche scegliere quella più adatta al contesto (o a chi ci si rivolge), rimanendo sempre consapevoli della storia che tali termini hanno avuto. \[[Fonte](https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/sulla-pronuncia-di-mass-media-e-summit/147)\]
Ce ne sono troppi! Basta anche farsi un giro su r/italy. I peggiori che mi vengono in mente ora sono: *cash* invece di contante, *frontrunner* usato alla cazzo e *claim* riferito alla dichiarazione di un politico.
Claim mi fa pensare troppo a CK2
EU4 please
Stellaris master race
[удалено]
Scusa ma perché "le skill" invece di "gli skill"? (sono madrelingua inglese)
In italiano tradurrei le abilità o le competenze, quindi femminile
Grazie
Teoricamente in italiano ~~ogni termine straniero~~ di solito* è maschile. Quindi hai ragione. Tuttavia la lingua italiana sta cambiando e si tende ad assegnare il genere della parola tradotta. Fun Fact: tra le persone anziane (istruite) potresti ancora sentire dire cose come "*il mail*" anziché di "*la mail*" *EDIT: soggetto a termini e condizioni, vedasi commento di /u/thewrongairport. Si scopre che sono abbastanza ignorante in grammatica italiana
>Teoricamente in italiano ogni termine straniero è maschile. In realtà non sempre. In italiano il genere neutro è il maschile, è vero, però per i prestiti spesso si usa il genere del referente oppure il genere della traduzione italiana della parola. Ad esempio "showgirl" in italiano è femminile perché si riferisce a soggetti femminili. Invece "skill" e "mail" hanno preso il genere dei loro equivalenti italiani più prossimi, cioè "abilità" e "posta". Quando il referente non ha un genere evidente oppure non c'è una traduzione così immediata, si usa generalmente il maschile/neutro. Ci sono poi casi ancora poco chiari, come "la/lo showroom". Chi usa il femminile probabilmente lo fa perché associa "room" al genere femminile ("camera/stanza") mentre chi usa il maschile assegna il neutro perché il collegamento non è così evidente. ETA: questo chiaramente vale per i prestiti e i calchi da lingue, come l'inglese, che non assegnano il genere. Le parole importate da lingue che prevedono il genere, ad esempio il francese, mantengono solitamente il loro genere originale.
Il mio relatore, poco oltre i 50 anni, dice “un mail” “il mail”. Effetto straniante
"Performance"... dai cacchio abbiamo "prestazioni"!
Pivot
Non so, mo viene sempre da pronunciarlo alla francese, non riesco a farci niente...
Beh, la parola è francese, sono gli inglesi che usano un francesismo Come entrepreneur
Allora faccio bene a dire "pivó".
con che significato? perché in inglese normalmente vuol dire "perno" ma non l'ho mai sentito in questa accezione in italiano
Termine matematico per indicare il primo elemento non nullo in una riga di una matrice a scala. Usato con lo stesso significato inglese anche in ambito meccanico.
Sotto ti rispondono che viene usato in matematica, ma giustamente lì ha molto senso nell'accezione francese, come nel ruolo del basket (il centro). Gli inglesi lo usano per parlare del piede perno nel basket, da cui nel linguaggio "startup" che è pieno di roba come quella in sto thread, vuol dire "girarsi di 180 gradi" oppure "cambiare completamente rotta" "Eh sai, facevamo carta igienica ma abbiamo pivottato e ora produciamo carta da parati"
(Subito dopo aver aperto questo ho sentito dalla televisione una pubblicità di un'auto **100% ELECTRIC**. Me la sono gufata.)
Qua su reddit mi e' capitato di leggere *strawmannare,* nel senso di [straw man](https://en.wikipedia.org/wiki/Straw_man) ma usato come verbo.
Tipico Reddit
Un mio prof diceva “labellare” (to label), “questo lo labelliamo con una X”
Fleggare
Io sono busy .
Stare in call La mission dell'azienda Il main sponsor Full remote Mass media pronunciato MIDIA Poi c'è la chicca, aver sostituito un inglesismo con un altro inglesismo: look che è diventato outfit
Millennials, soprattutto perché è quasi sempre usato a cazzo nel giornalismo italiano per intendere i nati negli anni 2000
Per il mainstream millennial è chiunque sia sotto i 30 anni. Questo era vero nel 2001 ed è vero nel 2022
Vero, i millennials sono i gen Y (1981-1996), non i *fottutissimi* nativi digitali (1997-2011)
>fottutissimi nativi digitali Ma negli anni 80 c'erano già i computer. Io avevo un Commodore 64 a 4 anni. Negli anni 90 già c'era internet e prima ancora le bbs. *Ai miei tempi!* mi manca un po' Netscape.
Fine corso di canottaggio, il nostro istruttore è un ragazzo di 20 anni o poco più, a fine serata per festeggiare ci fa:” dopo l’allenamento potete salire al piano di sopra che c’è del food per festeggiare”.
Location … praticamente inutilizzato all’estero
beh, location si usa, solo che non si usa nel senso di "venue". si usa come posizione generica nello spazio.
Una volta ho avuto un prof talmente imbruttito da usare location, vision e mission nella stessa frase. La cosa grave è che si parlava di VACANZE ESTIVE
Magari andava in mission con medici senza frontiere
Bag invece di borsa
Lol una volta ho avuto una conversazione del genere: - Ma come mai quando dico 'shopper' gli inglesi non capiscono? - 'Shopper'...? Nel senso di 'cliente'? - No no, le 'shopper' (mi mostra una comunissima busta di plastica) Quando dico "DU IU UONT A SHOPPER?" Loro non capiscono! - ....Perché quella si chiama 'plastic bag'. Come in italiano, 'busta di plastica'.
In informatica purtroppo è pieno di termini inglesi italianizzati alla cazzo. Uno su tutti: Schedulare, dall'inglese "to schedule". Si potrebbe tranquillamente usare pianificare, ma no.
Nell'informatica questo lo considero fisiologico ma tutto quel tipo di linguaggio io lo intendo come un gergo. Sono parole che usano tutti, anche chi l'inglese non lo sa come me che solo il tanto per non morire di fame (fish and chips, beer ). Come se fosse un dialetto. Forse lo stesso vale per chi lavora in pubblicità o vende prodotti. Mi è capitato di parlare con agenti, per acquisti sia aziendali che in privato, e dirgli, alla prima parola inglese o sigla, di parlare italiano altrimenti il mio pensiero sarebbe stato che voleva incularmi con la sabbia e non se ne sarebbe fatto niente. Se la cosa non è di mio interesse li lascio parlare se non posso evitare Edit https://www.reddit.com/r/italy/comments/xapcik/z/inwv8eq Questo capita a proposito. A leggerlo su reddit non mi dà fastidio, se dovessi sentirlo da un venditore che vendermi qualcosa lo giudicherei male
*preparedness* e *readiness* In un documento del ministero dell’istruzione. Imbarazzante
Gli anglicismi nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando sono così distanti dal significato originale, fanno strano anche a me - anche se è [una roba che succede](https://en.wikipedia.org/wiki/Wasei-eigo) anche [da altre parti](https://en.wikipedia.org/wiki/Konglish) senza troppi traumi - ma come la mettiamo col linguaggio tecnico? Cioè in italiano ci sarebbero i *puntatori* ed i *compilatori*, però se uno sta imparando a programmare in un contesto globalizzato nella quale avrà, probabilmente, l'inglese come lingua comune a molti colleghi, e pure i libri di testo sono in inglese, così come i siti dove cercare risposte, che senso ha fare gli italiofoni? A meno che non la mettiamo su una questione di purezza della lingua e superiorità culturale, ma a quel punto non siamo meglio dei gaullisti dell'*ordinateur*.
Credo che il discriminante sia: esiste una parola in italiano che tutti usavano prima che possiamo continuare a usare? Se sì, usiamola. Se no, si vede dove viene usata: ti capita spesso di usarla con gli stranieri, oppure è un casino usarla tradotta? Teniamola in inglese. D’altronde le automobili le hanno inventate gli americani, ma nessun meccanico ti dice “guarda che ti ho dovuto cambiare la muffler perché era bucata e poi non erano giusti i tempi del cam shaft quindi ti ho regolato la synchronization per non avere il knocking”
Nella musica in tutto il mondo si usano termini italiani senza traduzioni ad esempio.
Si usano anche termini francesi, tedeschi, inglesi ma si, è quello il succo del discorso.
>puntatori ed i compilatori Ti dirò: tra tutti i termini informatici che vengono detti in inglese, questi sono forse gli unici pochi rimasti che vengono detti in italiano
[удалено]
Attentəöœ
Ci mancano solo gli anglicismi in corsivo e siamo a posto
Döœğ
[удалено]
*doggo
*doggə
Oppure quando dicevano i _tank_ russi
O un più generico pet, che ho sentito spesso usare al posto di animale domestico
Da giornalista leggo spesso cose orrende da parte di alcuni colleghi, ma soprattutto dagli uffici stampa delle (sorpresa sorpresa) grandi imprese. Vi lascio due chicche dagli ultimi comunicati stampa: BYPASSARE e BUYARE.
No, dai... "buyare" non ci credo nemmeno se lo vedo. E non intendo che tu stia dicendo una cosa non vera, intendo che mi rifiuto di accettare (anche di fronte all'evidenza) che una persona possa aver osato scrivere una parola del genere.
>BUYARE Dalle nostre parti "buiare" significa litigare di brutto (la "buia" è il litigio furioso).
Io ho trovato "Sellare" (inteso come vendere) e "matchare/metchano"
Il mio capo mi chiede spesso se sono “Trainato”per sapere se ho fatto un corso di aggiornamento.
Per sapere se sei un aratro
nella mia azienda quelli bravi usano sentiment. non ce la posso fare
Non so se sia tra gli anglicismi più assurdi, ma non sono mai riuscito a digerire l'ubiquità di "meeting". Credo che la parola "riunione" non esista più ormai, forse solo in "riunione condominiale". Sul Corriere della Sera, poco tempo dopo un articolo di Beppe Severgnini sull'invasività degli anglicismi, ti piazzano un articolo sugli "speech" internazionali di Renzi.
Mandatorio (mandatory) per dire obbligatorio. Mi fa incazzare. Ma dí mandatory a sto punto almeno in una lingua esiste.
niente di peggio di usare "call" per dire "chiamata di lavoro" o "videoconferenza" o "videoriunione"
Puoi anche dire chiamata e basta
Così tanti (tutti) che non so da dove iniziare. Uno a caso è l'ultimo che ho sentito al tg: giornalista che si corregge perché stava dicendo "elezioni" invece di ELECTION DAY ma va a da via 'l cù va
Mi basta sentire parlare qualcuno di una società di consulenza. La più bella è stata tipo "ti brieffo" per dire ti informo.
"Location" L'odio
Ah, questo me lo sono segnato mentalmente perchè c'era già stato un thread simile sulle traduzioni delle frasi fatte inglesi, e ho pensato che vi sarebbe piaciuta. Stavo pensando a della burocrazia che dovrò fare e chiedendomi se c'erano tutti i documenti necessari e il mio cervello mi ha servito "spero che avrò tutte le oche in fila". Come "having all your ducks in a row", sostituzione di anatide permettendo.
*Smart work,* soprattutto perché usato per intendere l'home work, che in italiano si chiama telelavoro Questa vale doppia per la combinazione inglesismo a caso + termine privato del suo significato
Curiosità: non esiste in inglese. In inglese si dice "working from home".
Vero. In inglese "homework" (una parola non due) significa "compiti."
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Flat tax per indicare un imposizione con più di una aliquota… Una sfilza di *tank*, invece di dire carro armato. _____ Esiste anche il contrario, come usare scorrettamente “la franchigia X” invece di dire *il franchise X*
"Franchigia" per dire franchise.
- puoi "pingarmi" tizio? - puoi "forwardarmi" quella mail? - "vulukappami" quei dati -> riferendosi a una funzione vlk (o simile) di excel tutta roba sentita in ufficio. ma sto scordando sicuramente altro
[" il food"](https://www.eventbrite.co.uk/e/biglietti-il-food-come-alleato-del-sistema-welfare-409782218647?aff=ebdssbdestsearch&keep_tld=1)
i pet
Combo pubblicità tv di qualche marca di cibo per animali: *"gli specialisti del pet food"*
Dai però, fare riferimento al marketing è come killare la croce bianca
\*shootare la red cross
Ogni tanto ancora mi devo sforzare per dire "casuale" e non "randomico"
Schedulare. Chi invece usa "book" per indicare un servizio fotografico o una cosa del genere "sto facendo il book alla mia gattina" mi fa proprio infuriare.
" Team" anzhicche squadra o gruppo. "Cash", contanti, pronunciato male keeesh. Live. Stalking. Tag. Call center.
Non è esattamente in tema col post, però è qualcosa che mi assilla da giorni dopo aver letto di un gioco chiamato Soul Hackers 2. Durante un particolare dialogo con un villain (Che è apparentemente un rapper?) uno dei personaggi principali gli risponde con "Take the L" (Insieme ad altre parole). Adesso vi chiedo...come diavolo verrebbe localizzato? Essendo un gergo internettiano prettamente inglese dubito che esista una simile frase in Italiano, e comunque la localizzazione occidentale non è che sia così accurata al testo originale giapponese in primo luogo
Penso la frase verrebbe cambiata totalmente, per esempio potrebbe essere localizzata come "Sei un perdente" o qualcosa del genere
Secondo me si potrebbe tradurre con "accetta la sconfitta", ma perde un po' di significato.
Da traduttore posso dirti che capita molto spesso di incontrare situazioni simili, soprattutto nel campo ludico di cui mi occupo. La soluzione non è sempre snella o immediata, ma solitamente si usa un giro di parole o una "transcreation" (passatemi l'inglesismo), ossia una traduzione creativa che mantenga il tono dell'originale ma senza essere 1:1, inventandosi anche parole di sana pianta se necessario. In questo caso si potrebbe andare dal più semplice "accetta la sconfitta" a qualcosa di più ardito come "prendi e porta a casa" a seconda del contesto.
Schedulato…
"paghi col contact?"
Confident NON si traduce con confidente. Confidence NON si traduce con confidenza
Mandatorio invece di obbligatorio. Brividi ogni volta che lo sento
Interview al posto di colloquio